lunedì 18 aprile 2005

gli americani e la depressione

Repubblica 15.4.05
Ai controlli di routine si affianca quello sulla salute mentale
Formulario a punti, poi eventualmente esami clinici completi
Il male oscuro di New York
arriva il test anti depressione

I critici: pazienti segnati a vita, boom di consumo di farmaci
di BENEDICT CAREY e MARC SANTORA
(questa è la traduzione dell'articolo sul New York Times, già pubblicato su questo blog in data 14 c.m. su segnalazione di Andrea Ventura)
NEW YORK - I medici di New York hanno cominciato a utilizzare un questionario a punti per determinare se un paziente sia a rischio di depressione, una pratica che gli operatori sanitari si augurano possa diventare un controllo di routine dell'assistenza sanitaria di base, tanto quanto il controllo della pressione o gli esami per il colesterolo. Si tratta del primo screening su vasta scala e ha scatenato un dibattito nazionale acceso tra psichiatri, politici e associazioni di difesa dei pazienti.
Nel 2003 un gruppo di esperti incaricato dal presidente Bush raccomandò di estendere le procedure di screening della salute mentale e il Congresso stanziò la cifra di 20 milioni di dollari in fondi di supporto per avviare quest'anno programmi pilota a livello statale.
A New York nessun fondo federale è impiegato per il programma in corso negli ospedali municipali. Il test, cui vengono per ora sottoposti soltanto gli adulti, valuta la depressione con un punteggio basandosi sulle risposte a nove domande. Non si tratta di una diagnosi formale, ma un punteggio molto alto dovrebbe indurre il medico curante a raccomandare al paziente di sottoporsi a uno screening clinico completo.
Dai sondaggi risulta che il 16 per cento degli americani - ovvero ben 46 milioni di persone - in alcune fasi della vita soffre di depressione e si calcola che la depressione costi al paese circa 44 miliardi di dollari l'anno in ore di lavoro perdute e disabilità, ovvero molto più di qualsiasi altra malattia, comprese quelle cardiache.
Chi è contrario allo screening di massa, invece, sottolinea che la depressione non è una malattia facile da diagnosticare per i medici di base e sostengono che un punteggio ottenuto per mezzo di formulari standard potrebbe far preoccupare inutilmente i pazienti. "Quando a un paziente si affibbia l'etichetta di soggetto affetto da problemi mentali, tale etichetta gli resta appiccicata addosso tutta la vita, sia o non sia la diagnosi accurata", ha spiegato Vera Hassner Sharav, presidente dell'Alliance for Human Research Protection.
Chi contesta la proposta come Sharav sostiene inoltre che i test farebbero aumentare il consumo di psicofarmaci, compresi gli antidepressivi come Zoloft e Prozac. Nell'autunno scorso il repubblicano Ron Paul del Texas, ginecologo, aveva presentato un emendamento per bloccare il finanziamento federale dei programmi di screening, perché preoccupato che i bambini a scuola ricevano troppe medicine, ma l'emendamento è stato respinto.
Finora sono soltanto una dozzina i medici di base che utilizzano il test, ma lo scopo è quello di far sì che ogni medico di base del sistema ospedaliero municipale usi il test nell'arco dei prossimi due-tre anni. Poiché un abitante di New York su quattro ricorre agli ospedali della città per l'assistenza sanitaria, questo significa che il programma potrebbe presto interessare direttamente milioni di pazienti. Le autorità di New York difendono la loro iniziativa. "La depressione è una malattia di primo piano a New York City, ma può essere curata efficacemente" dichiara Thomas R. Frieden, assessore alla Sanità della città, che così prosegue: "Dai nostri rilevamenti risulta che vi sono circa 400.000 newyorchesi affetti da depressione e molti di loro non hanno ricevuto una diagnosi accurata né una cura efficace".

(Copyright New York Times - la Repubblica. Traduzione di Anna Bissanti)

Libero Webnews 15.4.05
UNA TERAPIA "LIGHT" PER LA DEPRESSIONE DELL'UMORE

Ancora un passo avanti nel trattamento della depressione. L'American Journal of Psychiatry avverte che la Light Therapy, letteralmente "terapia della luce", è efficace quanto i farmaci per alleviarne i sintomi. Soprattutto nei mesi invernali e nei paesi scarsamente baciati dal sole, sarebbero sufficienti dai 20 ai 40 minuti al giorno per dare energia e carica ai nauseati e ai depressi. Si può parlare di lampade antidepressive? Pare di sì, ma più che altro è il sole naturale ad essere efficace. Lo studio, promosso dall'American Psychiatric Association, ha infatti presso le mosse dalla constatazione degli effetti deprimenti dell'inverno. L'assenza di raggi solari diretti causerebbe la perdita di energia e di concentrazione, la depressione dell'umore, il bisogno di consumare quantità superiori di carboidrati per compensare e di dormire di più, per via del ritiro degli investimenti libidici dal mondo esterno.