venerdì 29 aprile 2005

Gran Bretagna:
le neuroscienze si propongono il pieno controllo della mente altrui

La Repubblica 26.4.05
Londra, studio di un gruppo di ricercatori. Possibile sondare il subconscio
"Una super tac leggerà i pensieri" così il cervello non avrà più segreti

LONDRA - Il nostro cervello si avvia a non avere più segreti, per gli scienziati. Un team di studiosi dell'University College di Londra ha infatti annunciato che con una risonanza magnetica al cervello si possono vedere i pensieri nascosti, reconditi, di cui neppure il soggetto sotto esame è cosciente. Già da tempo viene studiata l'attività del cervello esaminando i flussi sanguigni nelle diverse aeree, ma la scoperta ora pubblicata su "Nature Neuroscience" sembra offrire la possibilità di sondare il subconscio. Nell'ultimo esperimento inglese è stata misurata l'attività della corteccia cerebrale che elabora le informazioni inviate dagli occhi, mentre i volontari guardavano differenti oggetti sul computer. Leggendo i risultati della risonanza magnetica, gli scienziati erano in grado di dire quali immagini erano state mostrate sul video meglio ancora dei volontari che andavano in confusione se le immagini erano state mandate in successione troppo veloce. Secondo il dottor Rees questo sistema di analisi «potrebbe portarci a capire cosa uno pensa solamente guardando alla sua attività cerebrale e potrebbe essere usato per scoprire attitudini latenti e pensieri inconsci».

Il Mattino 26.4.05
«Un grande aiuto alla psichiatria»
ROMEO BASSOLI
La risonanza magnetica funzionale per immagini apre le porte alla scoperta delle visioni dell’inconscio
«Il futuro della diagnosi psichiatrica appartiene senza dubbio a queste macchine». Ne è sicuro Gaetano Di Chiara, neuropsicofarmacologo dell'Università di Cagliari. Professor Di Chiara, l'esperimento sembra proporre una macchina capace di diagnosi anche psichiatriche. Avremo gli "psichiatri meccanici"? «I ricercatori che lavorano con queste macchine sono sempre più in grado di leggere nella mente dell'uomo. Finora, le applicazioni si sono limitate alle malattie neurologiche come l'Alzheimer, perché lì si sa con certezza dove sono i danni e quali sono le reazioni chimiche del cervello. Per le patologie psichiatriche il discorso è più complesso. Ma ci si sta arrivando. Tra qualche tempo saranno queste macchine a darci certezze o a farci scoprire in anticipo malattie». Quali malattie? «Già sappiamo che parti del cervello si attivano quando una persona depressa ha quelle che si chiamano "ruminazioni depressive". Cioè quel girare attorno ad un problema trascurabile o a un non problema per trovare i lati negativi. Se una persone in preda a queste ruminazioni viene messa in una macchina fMRI, si vede subito un'attività della corteccia cerebrale». Perché la risonanza magnetica e in genere tutto questo modo di indagare il cervello che si chiama "imaging", sono così efficienti? «Perché si riesce a farle lavorare in modo tale da scomporre e analizzare con precisione l'attività cerebrale. Le macchine ci dicono quali stimoli arrivano al cervello, che cosa una persona sente o vede nel profondo. Noi tutti abbiamo la possibilità di percepire con il cervello cose che a volte provocano uno stimolo così basso da non riuscire ad attivare la coscienza». Quello che una volta si chiamava stimolo subliminare «Sì, sono stimoli, emozioni che non arrivano a colpire il nostro livello cosciente. Ma il cervello le percepisce. E reagisce. È proprio questa reazione che la macchina vede e registra». Si potrà davvero leggere nella mente come in una potentissima macchina della verità? «Credo che si potrà capire la tipologia delle emozioni, il piacere, la paura. Ma non si potranno conoscere i contenuti del pensiero, almeno per ora».

Il Mattino 26.4.05
Con una macchina si leggerà nel pensiero
PAOLA MARIANO

Leggere nel pensiero, scrutare i meandri inconsci e più reconditi della mente umana, scoprire fobie, pregiudizi e brutti ricordi rimossi dalla coscienza ma presenti nel subconscio a rosicchiare la stabilità dell'individuo: tutto ciò sarà possibile con la risonanza magnetica funzionale per immagini (fMRI). Almeno è quanto sostengono due studi indipendenti, rispettivamente condotti nel Centro di neuroscienze di Keihanna in Giappone da Frank Tong e all'Università College di Londra da Geraint Rees, entrambi apparsi sulla rivista Nature Neuroscience. I ricercatori hanno dimostrato di poter "leggere nella mente" di individui nell'atto di osservare immagini in movimento su uno schermo, indovinando che cosa stanno guardando. Nel confronto tra i ricordi degli individui e il responso della fMRI, questa risulta addirittura più precisa dei soggetti medesimi, registrando anche le immagini che, passate "invisibili" negli occhi degli osservatori, sono arrivate alla loro mente senza che ne avessero preso coscienza. La fMRI è una tecnica piuttosto nuova che dal suo ingresso nei laboratori di neuroscienze ha dato preziosissime informazioni sui ruoli di cui sono investite le differenti aree cerebrali. In pratica col tempo la fMRI ha permesso di tracciare una mappa delle funzioni di ciascun "spicchio" di cervello, scoprendo ad esempio il centro delle emozioni, piuttosto che quello della paura e così via. La macchina funziona rilevando l'attività cerebrale attraverso misure del flusso di sangue che irrora una certa regione nervosa mentre l'individuo in esame compie un'azione. Più il flusso è abbondante più quell'area è in piena "corrente creativa". L'area che mostra un picco di attività è di certo connessa con lo svolgimento dell'azione in corso. Oggi però questi lavori, che i neurologi hanno definito il primo passo per leggere nella mente umana e per provare l'esistenza del subconscio, attribuiscono alla fMRI il potere di scrutare almeno in parte i pensieri inconsci di una persona mediante la registrazione dettagliata dell'attività cerebrale. Gli esperti giapponesi hanno chiesto ai partecipanti allo studio di guardar scorrere su uno schermo strisce di testo, che entravano da destra o da sinistra. I ricercatori hanno visto che i modelli di attività della corteccia visiva dei partecipanti sono distinguibili in base al lato di ingresso del testo. Poi, guardando il responso della fMRI i neurologi hanno dimostrato di poter leggere direttamente nella mente dei soggetti la direzione della striscia. Infine gli esperti hanno complicato l'esame lasciando scorrere il testo da entrambe le direzioni dello schermo: questa volta gli osservatori dovevano scegliere una striscia su cui concentrarsi. Nello studio britannico, invece, sullo schermo passavano in rapida sequenza coppie di immagini. Il passaggio era così rapido che anche l'osservatore più attento, interrogato su ciò che aveva visto, non menzionava mai il primo oggetto. Questo però, invisibile ai suoi occhi, era stato archiviato dalla sua mente come "visto". Infatti, hanno spiegato i ricercatori, le scansioni con la fMRI registravano anche la percezione del passaggio del primo oggetto. È come avere una visione inconscia dell'oggetto, hanno spiegato gli esperti, gli occhi cioè passano l'informazione alla corteccia ma l'individuo non se ne avvede. «Se il nostro approccio fosse esportabile ad altre ricerche - ha dichiarato Rees - sarebbe possibile prevedere che cosa sta pensando o guardando un individuo, limitandosi ad osservare l'attività del suo cervello».