domenica 17 aprile 2005

intuizione

Corriere della Sera 17.4.05
Quando c’è l’intuizione
L’intuizione ha qualcosa di magico, ma è un dono che tutti possiedono. Chi più, chi meno. Questa straordinaria abilità - che forse deriva dall'ancestrale istinto destinato a salvarci la vita di fronte alla necessità di prendere una rapida decisione - è diventata oggetto di studio da parte degli psicologi, desiderosi di comprenderne i meccanismi, soprattutto quelli connessi alla valutazione "immediata" delle altre persone. Tanto che la rivista Monitor, dell'American Psychological Association, le ha recentemente dedicato un intero numero. Chiarendo qualche dubbio.
Secondo Seymour Epstein, psicologo dell'University of Massachusetts, l'intuizione potrebbe essere definita come «La cosa che abbiamo imparato senza renderci conto di averla imparata. E che alle volte risulta utile, alle volte è invece disadattiva». Cioè inutile. L'utilizzo dell'intuizione per valutare gli altri a prima vista è diventato oggi di moda con il fenomeno, di importazione americana, degli "speed-dating", incontri organizzati da apposite agenzie, nei quali single aspiranti a incontrare l'anima gemella parlano per due-tre minuti con una sfilza di persone, indicando quelle che intuitivamente valutano più compatibili con se stessi. Alla base del fenomeno c'è la reale esistenza di strumenti di valutazione impressionistici e non verbali. Diverse ricerche sperimentali hanno infatti dimostrato che è abbastanza facile rilevare alcune caratteristiche psicologiche degli altri, come il livello di estroversione e l'abilità nel socializzare. Secondo Nalini Ambady, psicologo sociale della Tuft University, la personalità è fatta a strati, un po' come una cipolla, e non c'è da meravigliarsi se l'estroversione e la capacità di socializzare risultano essere qualità facilmente rilevabili. «Gli strati vicino alla superficie - dice lo psicologo - sono i più facili da cogliere».
Aspetti nascosti
Altri aspetti di un individuo, anche decisivi per la possibilità di instaurare un rapporto duraturo, possono invece essere quasi impossibili da rilevare e c'è per forza bisogno di tempo perché possano emergere. Senza contare che caratteristiche personali, come un aspetto fisico gradevole o il carisma personale (in gran parte fatto proprio di estroversione) possono rendere ancora più difficile andare in profondità utilizzando solo lo strumento dell'intuizione.
Infine, bisogna considerare le variabili collegate a chi valuta. Alcune persone sono più dotate della cosiddetta "intelligenza sociale" e hanno antenne affinate che consentono loro di cogliere aspetti della personalità altrui. Altre sono meno dotate. Poi conta anche lo stato d'animo in cui ci si trova. Secondo i risultati delle ricerche di Nalini Ambady, più una persona si trova in uno stato d’animo allegro, maggiore è la sua capacità di intuire le caratteristiche degli altri; più il suo umore è depresso, maggiore sono le indecisioni e i tentennamenti.
Un'altra difficoltà può sorgere in chi è decisamente entusiasta della propria capacità di giudicare "a prima vista" : quando si vuole utilizzare l'intuizione bisogna infatti essere pronti a farla funzionare, ma, nello stesso tempo, a sottoporla a valutazione critica.

Corriere della Sera 17.4.05
Percezioni extrasensoriali
La seconda vista
NOI E GLI ALTRI
Più si è allegri, maggiore è la capacità di intuire le caratteristiche altrui

È stata chiamata "mindsight": la vista della mente. E’ un'abilità straordinaria, sulla cui esistenza giura lo psicologo e scienziato informatico Ronald Rensink, dell'University of British Columbia, che l'ha scoperta, individuandola come l'abilità che avrebbe la mente di percepire anche senza vedere con gli occhi. Alla scoperta Rensink è giunto dopo essersi reso conto che alcuni soggetti da lui studiati mostravano di non riuscire a cogliere che cosa fosse cambiato in una scena che veniva posta sotto i loro occhi per la seconda volta, anche quando i cambiamenti erano stati significativi. I soggetti affermavano che qualcosa era cambiato, ma non sapevano dire cosa. Rensink ha ulteriormente esplorato il fenomeno, arrivando alla conclusione che in circa il 30% degli individui potrebbe esistere una specifica abilità nel cogliere l'esistenza di un cambiamento anche quando non hanno "visto" cosa è cambiato. Questa sarebbe la mindsight, una sorta di sistema visivo secondario utilizzato in parallelo a quello usuale.
Secondo altri, il fenomeno esiste, ma in realtà la rilevazione del "qualcosa è cambiato, ma non so cosa" sarebbe solo il primo gradino, precedente di pochi millisecondi l’acquisizione visiva del cambiamento d’immagine.