Il Messaggero (Abruzzo) Sabato 16 Aprile 2005
I giovani dai diciotto ai trent’anni hanno problemi psicologici. Gli esperti: «Viviamo in una società edonistica»
Virilità, mamme in ansia per i figli
I medici di andrologia mettono in guardia: «Attenti a farmaci e attrezzi»
di TEODORA POETA
Ansia da prestazione sessuale. Timore di non essere come l’amico che frequenta la stessa palestra. Paura di non avere i ”numeri” giusti. Casi limite che possono sfociare, ed è già successo anche dalle nostre parti, in decisioni sbagliate, come acquistare via Internet apparecchi ”medicali” che promettono grandi risultati, ma che, in realtà, nelle mani sbagliate, possono causare seri danni. La virilità maschile torna in discussione. E dopo l’episodio del 33enne teramano che ha riportato lacerazioni ed ustioni al pene a causa proprio di un apparecchio comprato in Rete, da alcuni andrologi dell’ospedale Mazzini arrivano consigli e riflessioni. «Essere insicuri di essere normali è un’ansia comprensibile - spiega Giuseppe Paradiso, docente all’Università di L’Aquila e responsabile dell’ambulatorio di andrologia del Mazzini -. Il problema reale è che viviamo in una società edonistica, in cui il ragazzo o l’uomo di bell’aspetto viene identificato con la persona di successo, anche sotto la sfera sessuale. Per aiutare a risolvere problemi d’origine andrologica, di qualunque tipo, cinque anni fa, proprio al Mazzini, è stato istituito un ambulatorio, dove è possibile eseguire esami diagnostici anche per le disfunzioni erettili». L’ambulatorio esegue oltre 120 prestazioni l’anno, di cui circa il 15% rivolto ad una fascia che va dai 18 ai 25 anni, nella quale si registrano soprattutto problemi di varicocele; il 25% tra i 30 ed i 50 anni, con problemi psicologici, ed il restante per gli over 50. «Il Vacuum è un apparecchio che usiamo, di rado, noi specialisti, ma non ha certo funzioni estetiche - commenta Paradiso in riferimento all’episodio del 33enne -. Nella maggior parte dei casi il problema erettile è solo psicologico, dovuto ad ansia, e non lo si può certo risolvere ricorrendo ad Internet, che, in quanto a questi apparecchi, ne inventa di tutti i colori». Ma alla virilità dei propri figli ci tengono anche le mamme. E tra i casi limite accade pure che, come raccontano Paradiso e Carlo Vicentini, primario di Urologia al Mazzini, non più di due settimane fa, una mamma abbia portato in ambulatorio andrologico il proprio bimbo di otto anni, «convinta che non avesse un pene normale, perchè le sembrava più piccolo e diverso da quello degli altri bambini, anche se non coetanei, che aveva visto in palestra mentre rivestiva il figlio». «In questo caso la mamma è stata subito rassicurata - dicono i due specialisti -, ma è comunque il sintomo di un’ansia che coinvolge sia le donne, sia gli uomini. Da parte nostra, poi, in ambito sanitario, si cerca di avvicinarsi sempre più al paziente e alle problematiche che possono interferire con la sfera sociale, personale ed affettiva, avendo chiaro il concetto che si tenta, sempre più spesso, di minimizzare un problema per la vergogna di doverne ammettere l’esistenza». E i teramani si vergognano quanto gli altri, soprattutto i giovanissimi fino ai 18 anni, che preferiscono consultarsi tra di loro anzichè, di fronte ad un dubbio, rivolgersi all’ambulatorio andrologico o al proprio medico di famiglia. «Così, però, si rischia di finire intrappolati nella ”Rete”, prede di false illusioni e volpi ”collodiane”», aggiungono i due specialisti. La normalità è sempre relativa, si sa, così come è normale non accettarsi, ma fino ad un certo punto. «Anche in questo caso l’informazione è fondamentale e i ragazzi tra i 15 ed i 16 anni non devono preoccuparsi se non hanno raggiunto il massimo dello sviluppo, perchè c’è ancora tempo!»
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»