giovedì 19 maggio 2005

...ancora sull'orgasmo

Corriere della sera 19.5.05
L’orgasmo è piacere, non serve alla riproduzione
Studio Usa sulla sessualità femminile.
Gli esperti italiani: no, è una trappola per favorire la procreazione

Margherita De Bac

ROMA - Il piacere sessuale della donna non serve a niente, è da buttar via. «Potremmo tranquillamente farne a meno», azzarda la biologa americana Elisabeth Lloyd, già nota e discussa per avere in precedenti occasioni tentato di cambiare le carte dell’evoluzionismo. La professoressa dell’Indiana University ha appena pubblicato un nuovo libro dove affronta l’argomento su basi scientifiche e arriva a conclusioni che hanno già creato un caso: «L’orgasmo della donna esiste per puro divertimento, è qualcosa di artefatto dal punto di vista della conservazione della specie - afferma dopo aver riesaminato la letteratura degli ultimi quarant’anni -. A differenza di quello maschile che è al contrario indispensabile per la fecondazione della compagna».
La teoria della Lloyd ripercorre quella dell’antropologo Donald Symon, famoso negli anni Settanta. La ricercatrice parte dalle origini dell’individuo, dallo sviluppo del feto: «Nelle prime nove settimane di gestazione gli embrioni maschile e femminile condividono le stesse caratteristiche prima di cominciare il processo di differenziazione biologica - spiega -. Le donne quindi nel primo periodo sono dotate delle stesse terminazioni nervose che le accomunano agli uomini. Ma solo questi ultimi vanno oltre e si completano con un organo deputato alla fecondazione». In breve: il miglioramento e la qualità della specie, il darwinismo, è indipendente dal piacere provato dalle figlie di Eva durante l’accoppiamento.
In Italia il ragionamento della ricercatrice statunitense non convince. Spiega Jole Baldaro Verde, presidente del Centro interdisciplinare per la ricerca in sessuologia, a Genova: «Non è vero, l’orgasmo è necessario alla sopravvivenza della specie. Negarlo è un atteggiamento da biologo che trascura l’importanza delle relazioni nella nostra razza». La sessuologa improvvisa una breve lezione: «Nell’arco dell’evoluzione le uniche del mondo animale a provare orgasmo sono state le femmine del maiale, e non a caso quando ci devono insultare fanno riferimento a questi animali. All’inizio anche nella specie umana la donna sceglieva il partner biologicamente migliore affinché fosse garantita la sopravvivenza dei figli. Poi, quando si passa alla fase eretta, capisce che i figli per sopravvivere hanno bisogno della madre e del padre». Ecco allora che lei sviluppa alcune doti per trattenere lui vicino a sé: continuità e disponibilità sessuale, orgasmo («un modo di dirgli: io ti dimostro quanto mi piaci, quindi non puoi lasciarmi»).
Respinge in blocco la teoria della Lloyd Alberto Oliverio, psicobiologo: «Se l’orgasmo femminile esiste c’è una ragione. Va considerato una trappola evolutiva. Non ci sarebbe motivo di riprodursi se non ci fossero il divertimento e il gusto legato alla sessualità. E poi non è del tutto vero che nel mondo animale funziona diversamente. Ogni accoppiamento è associato a un meccanismo di rinforzo, una scarica di mediatori nervosi che sono in qualche modo collegati al piacere».

TEORIE EVOLUZIONISTICHE
Il piacere legato alla riproduzione

Per anni, gli studiosi hanno insistito su una funzione evolutiva dell’orgasmo femminile basandosi sulla Teoria dell’evoluzione di Darwin: il piacere delle donne durante l’accoppiamento sessuale sarebbe legato alla riproduzione, o comunque la stimolerebbe. Secondo alcuni di loro, il clitoride delle donne si sarebbe evoluto nel tempo per creare eccitazione, portare al rapporto sessuale e quindi alla riproduzione.