giovedì 19 maggio 2005

dopo l'Accademia dei Lincei
il National Research Council della National Academy Usa

Tempo Medico n. 794
Embrioni: un sì dalle accademie
In Italia e negli Stati Uniti due prestigiose istituzioni hanno dato parere positivo alla ricerca con gli embrioni
di Donatella Poretti

Praticamente negli stessi giorni due prestigiose Accademie si sono pronunciate in merito alla ricerca con gli embrioni e alle possibilità offerte dalle staminali di accrescere le conoscenze scientifiche e, di conseguenza, "alleviare le gravi conseguenze delle malattie degenerative". Così conclude il documento dell'italiana Accademia dei Lincei, uscito poco prima del testo del National Research Council della statunitense National Academy. In entrambi si è rimarcato come, a fronte dei possibili benefici, l'inazione sarebbe dannosa per le speranze di cura. Parlare di possibilità e di speranza, e non di granitiche certezze, è implicito nel linguaggio della ricerca. Non sappiamo infatti se esiste la soluzione, ma se così non fosse, la troveremo solo facendo ricerca. I contesti dei due documenti si riflettono negli stessi, e le indicazioni sono anche chiavi di interpretazione.
In Italia dove tutto è proibito grazie ad una legislazione che a metà giugno verrà sottoposta alla verifica popolare con i referendum abrogativi della legge 40/2004, l'Accademia dei Lincei si pronuncia per i "validi argomenti in favore della rimozione di tali divieti", e in particolare quelli che impediscono l'uso degli embrioni sovrannumerari. "Sotto tale profilo il divieto del loro uso non sembra giustificabile dal momento che gli embrioni in questione sono comunque destinati a essere eliminati e che lo scopo dell'uso è quello di curare le malattie, e cioè di diminuire le sofferenze umane".
Negli USA, dove la ricerca con fondi privati è libera, si sente il bisogno di regole più chiare. "Il rischio di abusi e violazioni è altissimo" dice Robert Lanza, direttore medico dell'Advanced Cell Technology del Massachusetts.
In questo contesto si è inserita l'Accademia delle scienze. "La premessa non è di chiedere che la ricerca vada avanti, ma di partire dal presupposto che questa ricerca è importante per il bene dell'umanità e che deve essere condotta in una cornice che affronta gli interrogativi posti dal punto di vista scientifico, etico, medico e religioso". In 131 pagine si elencano i punti cruciali che dovrebbero costituire l'asse portante di una necessaria regolamentazione per la ricerca con le staminali embrionali: creare un'agenzia indipendente per tenere sotto controllo le ricerche e il rispetto dei regolamenti etici, commissioni di controllo interne ai laboratori, accessibilità delle medicine a tutti i gruppi etnici, non remunerabilità dei donatori di gameti che dovranno sottoscrivere un consenso informato e a cui verrà garantito l'anonimato, no a ibridi uomo-animale e no anche alla clonazione riproduttiva.
"Un insieme di regole che guidino l'estrazione, la conservazione e l'utilizzo delle cellule staminali provenienti da embrioni umani alle quali aderisca tutta la società scientifica, è la maniera migliore di far avanzare questo campo della ricerca" ha detto Richard Hynes, ricercatore del Massachusetts Institute of Technology e copresidente del comitato che ha preparato la guida per l'Accademia nazionale delle scienze, un organismo indipendente il cui compito è fare raccomandazioni al Congresso e alla Casa Bianca.