L'Arena Domenica 8 Maggio 2005
Il cielo di maggio. Ce ne sono per tutti i «gusti»
Gli occhi puntati su migliaia di galassie
Giovanni Zonaro
La primavera si presta particolarmente per osservazioni del "profondo cielo", vale a dire quel settore dell'astronomia osservativa che si occupa di scrutare le profondità del cosmo al di fuori del nostro sistema solare alla ricerca di nebulose, galassie, ammassi aperti, globulari ecc. In questo periodo il nostro occhio può spaziare "indisturbato" per milioni, miliardi di anni luce alla ricerca delle innumerevoli galassie che popolano l'universo.
Partendo dalla nostra in cui siamo immersi, e volgendo lo sguardo verso la costellazione della Vergine e dirigendoci poi verso la Chioma di Berenice e quindi Orsa Maggiore e Cefeo, potremmo osservare migliaia di queste "isole". Ce ne sono per tutti i "gusti", tanto che non avremo nessuna difficoltà ad osservarne almeno una per ogni tipo classificato dagli scienziati, a patto, naturalmente, di possedere uno strumento di potenza adeguata (sono più che sufficienti gli strumenti con apertura dai 20 cm in su), comunque sempre alla portata dell'astrofilo medio.
Sostanzialmente le galassie si dividono in tre gruppi: il primo, quello delle spirali, si divide a sua volta in sottogruppi a seconda del rapporto che intercorre tra nucleo e bracci a spirale. Gli scienziati hanno classificato questi tipo di oggetti con una S seguita dal sottotipo (a,b,c. ecc.). In questo gruppo è compresa anche la nostra galassia che si classifica come spirale di tipo b. Esiste un'altra "versione" di spirali che prendono il nome di Spirali barrate (Sb), cioè oggetti caratterizzati da una barra al centro che collega i bracci. Anche qui come per le spirali semplici il rapporto tra la barra e i bracci ne caratterizza il tipo (Sba,Sbb,Sbc, ecc.).
Il secondo gruppo comprende le galassie ellittiche oggetti di tipo circolare che appaiono schiacciate per un effetto prospettico. Anche in questo caso di ellittiche ce ne sono di diversi tipi: si parte dal tipo E0 dall'aspetto più circolare alla E4 più schiacciata. L'osservazione delle ellittiche è un po' deludente soprattutto per gli astrofili alle prime armi, l'oculare infatti non mostra molti particolari, solo un profilo luminoso che degrada dal centro alla periferia.
Un tipo di galassie che non sono comprese né tra le ellittiche né tra le spirali sono quelle denominate "lenticolari". Ritenute in un primo momento l'anello di congiunzione tra il primo e il secondo gruppo sono considerate oggi dagli scienziati un tipo morfologico a sé stante.
L'ultima categoria di galassie è quella delle irregolari. Non hanno una forma precisa (da qui deriva il loro nome) senza nucleo né bracci, hanno fattezze che le fanno assomigliare più ad una nebulosa. Di questa categoria fanno parte le due nubi di Magellano, piccole galassie satelliti della Via Lattea visibili molto bene dall'emisfero australe.
Come si sono formate le galassie e come è stata possibile una tale diversificazione morfologica? Sono domande a cui gli scienziati non sanno ancora dare una risposta esaustiva, negli ultimi tempi però abbiamo compreso molto, sia della formazione che della loro evoluzione. Le galassie si sarebbero formate nei primi istanti di vita dell'universo, o almeno gli embrioni di esse, da alcune anomalie che si sarebbero create dopo il fenomeno parossistico che va sotto il nome di Big Bang. Queste fluttuazioni, che sono state rivelate di recente dal satellite COBE, avrebbero generato dei luoghi dove la materia era più concentrata e lì si sarebbero formati gli ammassi di galassie che a loro volta si sarebbero divisi in singole componenti.
L'evoluzione è invece qualcosa di molto più complesso: qui il panorama è molto più confuso, non è chiaro se i diversi tipi morfologici siano i vari stadi a cui possono giungere questi oggetti. In passato si riteneva che le galassie nascessero spirali e successivamente si spogliassero progressivamente di questi mantenendo solo il nucleo mediante un fenomeno di impoverimento. Oggi invece si va affermando una teoria diversa: le ellittiche non sarebbero altro che il resto di interazioni e fusioni tra galassie che si scontrano tra loro.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
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