lunedì 9 maggio 2005

la legge spagnola sulla fecondazione assistita

Liberazione 7.5.05
Zapatero apre le porte
alla fecondazione assistita


Il governo spagnolo ha approvato ieri la riforma della legge sulla procreazione assistita. Con questa norma, in Spagna sarebbe consentito ciò che in Italia è vietato: la fecondazione eterologa, ad esempio, viene concessa anche se solo attraverso il ricorso ai centri autorizzati di ovuli e spermatozoi di donatori per i quali viene stabilito un apposito albo. La ricerca sulle cellule staminali embrionali viene esplicitamente permessa. E così pure la diagnosi pre-impianto sull'embrione. In questo caso, la legge spagnola permette addirittura che quando una coppia abbia un figlio con una malattia curabile attraverso il ricorso a cellule staminali embrionali compatibili, le viene consentito di concepire un altro figlio con la fecondazione assistita in modo da selezionarlo geneticamente per essere in grado di donare il suo codice genetico "sano" al fratello, per curarlo. Si vieta invece tassativamente la clonazione umana riproduttiva, che viene così chiaramente distinta da quella terapeutica.

il manifesto 7.5.05
Zapatero detta legge sulla fecondazione
Approvato da Madrid un nuovo testo. Aperto alle donne single e alla selezione terapeutica
ALBERTO D'ARGENZIO

Il governo Zapatero ha messo ieri le mani anche sulla fecondazione assistita: nessun limite al numero di ovociti fecondati in ogni ciclo, estensione della diagnosi pre-impianto, accesso alla terapia anche per i single, ma soprattutto possibilità di attuare la selezione genetica con fini terapeutici per terzi - il cosiddetto «bebé medicina» - e generalizzazione della ricerca sugli embrioni sovrannumerari. Sono queste le grandi novità del progetto di legge sulla «riproduzione assistita» approvata ieri dall'esecutivo e che sostituisce in un sol colpo la norma di «fecondazione assistita» datata 1988 e la riforma apportata dal Partido popular appena due anni fa. «La legge - spiega la vicepresidente dell'esecutivo Teresa Fernandez de la Vega - ha aperto la porta alle speranze di molte persone che vogliono avere figli, costituisce un passo da gigante nel campo della ricerca per lottare contro malattie di carattere ereditario ed inoltre mira a migliorare l'informazione». Un altro pianeta in confronto all'Italia dove ricerca, fecondazione eterologa e diagnosi pre-impianto sono tabù.
Il testo spagnolo precisa che per accedere alle terapie - inseminazione artificiale, fecondazione «in vitro», iniezione intracitoplasmica di spermatozoi o tecniche future - basterà aver compiuto 18 anni e dimostrare piena capacità di intendere e di volere (cioè non ci sono limiti di età anche se verranno valutate attentamente le possibilità di successo ed i rischi sulla salute mentre viene chiesto il sì del marito se la donna è sposata), viene invece vietata espressamente in «linea con la Costituzione europea» la «clonazione per fini riproduttivi», interdetta pure la pratica «dell'utero in affitto» e la selezione del sesso (sempre che non serva ad evitare malattie ereditarie) mentre aumentano i controlli e le multe in caso di infrazione o di cattiva pratica. La legge ovviamente non piace ai popolari che promettono una dura battaglia in Parlamento.
Il punto che infastidisce di più l'opposizione è quello del bebé medicamento: «inaccetabile dal punto di vista etico», dice Mario Mingo, portavoce del Pp nella Commissione sanità. Questa tecnica di selezione genetica (che permette ai genitori di un figlio malato selezionare un embrione che porti alla nascita di un bambino sano e compatibile per curare o salvare la vita del primo) si pratica già negli Usa, in Gran Bretagna ed in Belgio ed inoltre il suo utilizzo sarà soggetto ad un'analisi caso per caso da parte della Commissione nazionale di riproduzione umana assistita.
Il progetto di legge elimina il tetto massimo di ovociti che possono essere ottenuti in ogni ciclo - fissato in tre nel 2003 dal governo Aznar - in modo da evitare di dover effettuare nuovamente l'operazione se non ne escono dei figli. Rimane invece sempre fissato a tre il limite per gli embrioni che si possono impiantare, in attesa di miglioramenti delle tecniche e per evitare parti plurigemellari con conseguenti danni per la madre e per i discendenti.
La ricerca verrà permessa su tutti gli embrioni con meno di 14 giorni e con gameti (ovuli e spermatozoi), sempre che i progenitori diano il loro ok. La riforma del Pp prevedeva la ricerca solo su quelli creati prima dell'entrata in vigore della legge. Al tempo stesso la legge prevede che il seme possa venire congelato in banche di gameti autorizzate dal donante.
Vietata la madre in affitto ma prevista la possibilità di donare di gameti e preembrioni gratuitamente e confidenzialmente, il donante dovrà essere maggiorenne ed in buona salute. Infine le multe che vanno da 1.000 a un milione di euro a seconda della colpa. Un parto ben diverso da quello del governo Berlusconi.