mercoledì 25 maggio 2005

Severino e un intervistatore forse non proprio educatissimo

Il Gazzettino Mercoledì, 25 Maggio 2005
È il filosofo dell'"essere". Emanuele Severino...
Gianluca Versace

È il filosofo dell'"essere". Emanuele Severino, erroneamente fatto passare per luciferino portabandiera del nichilismo, ha ingaggiato con la Chiesa una fiera polemica sulla "natura dell'embrione". È già vita o è solo un "agglomerato di cellule"?
Lo chiedo al filosofo...
«L'embrione?».
Sì, l'embrione, professore Severino: cos'è?
«È assurdo».
L'embrione è assurdo?
«Non capisca fischi per fiaschi la prego. È assurdo ritenere già vita intelligente l'embrione».
E quando diventa "uomo"?
«Non certo dal concepimento».
Se mi risponde solo con dei no, chi legge non fa passi avanti nella comprensione.
«Senta, non ho verità di comodo in tasca. Tiro solo le conseguenze».
Di che cosa?
«Di ciò che sostiene la Chiesa. Dalle sue premesse di partenza nel discorso sull'embrione umano».
E allora che dice?
«E allora le dico che, sul piano della pura coerenza logica, aveva ragione San Tommaso...».
San Tommaso?
«E già, proprio lui. Tommaso. Ha visto cosa gli è capitato?«.
Un incidente?
«Non sia sciocco. Il suo pensiero non a caso è stato lasciare in un angolo, emarginato dalla Chiesa».
Lei l'ha toccata con mano questa emarginazione?
«Come Tommaso, appunto. Ciò non vuol dire che io la pensi come lui».
Ma la scienza non sta diventando una divinità di un neo paganesimo?
«Idiozie».
Che cosa sono idiozie?
«Pensare che ci possa essere qualcuno, filosofo o bioeticista, che possa dire alla scienza come debba procedere. Un chierico che le insegni il mestiere».
E allora a che serve la filosofia?
«Le spiego. Deve scavare sotto alla dimensione in cui si muove la scienza».
Per farla crollare?
«Ma nooo! Per comprendere i suoi fondamenti. Per capirla in profondità e non in superficie, dove ci si inganna sempre!».
La scienza non è in grado di riflettere su stessa, su dove stia andando a parare?
«No, non lo è. Ma perché la scienza non ha né voglia e né tempo per pensare la propria essenza. Sa che cosa sostengo io da anni, inascoltato?».
Sono preparato: lei è il filosofo della critica aspra alla scienza!
«Non ha capito niente. Come al solito, con voi giornalisti. Non capisco come possiate prendere delle cantonate così...».
Chiedo venia. Ha la bontà di chiarire?
«Io sostengo che la civiltà occidentale è destinata a essere dominata dalla tecnica guidata dalla scienza. Il mondo moderno non ha scampo».
Ma professor Severino, tutti dicono che lei ha impedito alla cultura della scienza di crescere in Italia!
«Tutti chi?».
Tutti. Che ne so, suoi colleghi, gli scienziati stessi...
Stupidaggini senza senso. Pettegolezzi da perdigiorno».
La verità?
«Senta. Non fossi diventato filosofo, lei starebbe parlando con un ingegnere. Ho una figlia che fa la matematica. Un nipote che diventerà ingegnere elettronico. E poi di quale filosofia mi parla lei?».
I suoi colleghi...
«Scriva pure che negli ultimi duecento anni i filosofi hanno detto alla scienza: fai quello che ti pare».
Come quello che ti pare?
«È così. Il pensiero filosofico si è arreso al destino. E ha detto alla scienza che non ha limiti né confini, che non c'è un ordinamento divino, eterno e immutabile. Niente. Campo libero».
E allora?
«Come allora? Ma non vede? Davanti a questa scienza già onnipotente c'è una landa senza ostacoli. E la filosofia ha detto alla scienza: ogni inciampo al tuo cammino sarà frutto della fallibile legge del diritto positivo, perché invece la legge naturale sta dalla tua parte!».
E allora ci vuole una guida etica? Il Papa?
«Ma che dice? Secondo lei il Pontefice può invertire un declino secolare? Può cambiare il corso del crepuscolo, dell'epifania della religione, della metafisica, dell'umanesimo, della democrazia e del capitalismo occidentali?».
Sono un illuso?
«Disinformato».
E questa riscossa del Cristianesimo?
«Non so di cosa parli. Forse lei intende questi bagliori del sole tipici del tramonto. Illudono che sia meglio di un'alba. Ma non è l'aurora, prelude al buio. Mai come un attimo prima che il sole sprofondi la luce è tanto forte».
Dobbiamo avere paura?
«Sì. Viviamo un tempo drammatico e lacerante. Il Dio che tramonta è la nostra fede umana in Lui. Finisce Dio vissuto come limite supremo e invalicabile di ogni azione dell'uomo sulla terra».
Che cosa dobbiamo fare?
«La strada che stiamo percorrendo è la coscienza dell'eternità di tutte le cose e di noi stessi. Provare disperazione è naturale...».
Naturale?
«Sì. Perché noi stiamo attraversando un campo fatto anche di gioia, non un campo di concentramento circondato da filo spinato. Dante Alighieri parla di un "Paese sincero"...».
E lei sinceramente cosa farà il 12 e 13 giugno?
«Andrò a votare. E voterò 4 sì».
Anche sulla eterologa?
«Se è una scelta consapevole e matura, che male c'è? L'esperienza sui figli adulterini o di una madre risposata ci rassicura».
I nostri dubbi allora sono infondati?
«Mi pare di sì. Io dico che non siamo di fronte a uno scontro tra bene e male, perché una legge è sempre frutto di compromessi pratici e politici».