sabato 25 giugno 2005

insonnia, secondo la SIP

Il Mattino 25.6.05
Dodici milioni di italiani soffrono di insonnia, oltre la metà sono donne
Psichiatria, per le donne troppe notti in bianco

Roma. Si rigirano nel letto notte dopo notte. Contano le pecore. Prendono tranquillanti o buttano giù un bicchiere di vino sperando che faccia calare le palpebre nel sonno ristoratore tanto atteso. Sono le vittime di Madama «Insonnia». Almeno 12 milioni di italiani sono condannati a trascorrere notti in bianco e 6 volte su 10 si tratta di una donna. Non è che stiano meglio negli altri paesi europei, dove a non chiudere occhio è il 34% degli adulti. Un male comune e diffuso, insomma, da cui potrebbero non essere immuni nemmeno gli «angeli custodi» della psiche: scoprire come dormono gli psichiatri è l’obiettivo di una ricerca che, attraverso la somministrazione di un questionario a tutti gli psichiatri, vuole indagare sui misteri del sonno e illuminare gli angoli bui della mente. È ormai acquisito che il sonno è uno stato molto complesso della vita psichica, con tutte le caratteristiche e l’instabilità della veglia, teatro di complesse interazioni dinamiche tra diverse strutture del cervello. Dunque, tutt’altro che assenza, vuoto, puro abbandono poetico. Del resto, psicologi e psichiatri sono attrezzati da tempo a valutare le ricadute degli stati patologici del sonno sull’equilibrio mentale. È dunque in questa prospettiva che psicologi clinici, psichiatri, biochimici e farmacologi hanno deciso di affrontare il tema dei rapporti tra insonnia e depressione e ansia, in particolare, integrando le competenze sui diversi aspetti del problema. Chi dorme male e poco corre un rischio doppio di ammalarsi nel corpo. Gli insonni cronici soffrono sempre di disturbi mentali e, come controprova, è offerto il dato acquisito che nei pazienti psichiatrici c’è un’alta incidenza di disturbi del sonno. Guardate l’orologio stanotte: se vi capita di svegliarvi attorno alle quattro, e se ciò si ripete, forse vi state avvicinando a una fase di depressione. Proprio con il superamento degli antidepressivi di prima generazione, che inducevano pesante sonnolenza nei pazienti sottoposti a trattamento, e con l’adozione dei nuovi farmaci privi di questo sgradito effetto collaterale, è potentemente tornata di attualità la connessione tra insonnia e disturbo d’umore e ansia. La malattia - ammettono gli esperti - è ancora un mistero nelle sue origini, ed è attualmente virtualmente incurabile. Negli Usa, il National Institute of health (Nih) ha deciso di investire 200 milioni di dollari per lo studio della patologia e dei fenomeni neurobiologici che potrebbero esserne la causa. A Roma, clinici della Società Italiana di Neurofarmacologia (SINPF) e della Società Italiana di Psichiatria (SIP) hanno presentato il gruppo di studio costituito proprio per esplorare le interazioni tra sonno e equilibrio mentale. Ne fanno parte Mario Guazzelli, ordinario di psicologia generale dell’Università di Pisa, gli psichiatri Alberto Siracusano, ordinario di psichiatria dell’Università Tor Vergata di Roma, Marcello Cardini, ordinario a Bari e Enrico Smeraldi, ordinario dell’Università San Raffaele di Milano; Giovanni Biggio, ordinario di farmacologia Università di Cagliari, Angelo Gemignani, neurofisiologo Università di Pisa.