Corriere della Sera 15.6.05
Secondo una ricerca dell'Università Bocconi l'età media è 14 anni
La prima volta? Prestissimo, se vivi al mare
Le ragazze che vivono nella località balneari, Rimini in testa, perdono la verginità prima delle loro coetanee di montagna
MILANO - Sarà il sapore dell'acqua salata sulla pelle o il profumo del vento che soffia dal mare. Sarà l'aria complice che si respira durante i falò, seduti vicini vicini in spiaggia e al chiaro di Luna. Sarà che in montagna fa freschetto anche d'estate e invece che spogliarsi, le ragazze si infagottano sempre sotto maglioni più grandi di due taglie. Sarà. Ma le adolescenti che respirano aria salmastra dalla nascita perdono la veginità prima delle loro coetanee d'alta quota. Rimini su tutte, le località balneari di vacanza sono le prime complici e testimoni della prima volta. Ad assicurarlo è una ricerca dell'Università Bocconi di Milano.
LA GEOGRAFIA DEL SESSO - Il rapporto tra geografia ed età del primo incontro sessuale è più forte per le femmine che per i maschi, perché - spiegano Francesco Billari, demografo dell'Università Bocconi, e Riccardo Borgoni della Bicocca - è sulle ragazze che pesano di più le pressioni sociali, che spesso tendono a indebolirsi in estate e nei periodi di vacanza. «Per le ragazze è evidentissimo un gradiente che va da Sud, dove l'età del primo rapporto è tardiva, a Nord, dove si abbassa, mentre la distribuzione dei maschi è più a macchia di leopardo - dice Billari -. In molte regioni la pressione delle norme sociali è forte per le ragazze, mentre è sostanzialmente assente per i ragazzi». Se la media d'età per il primo rapporto sessuale, in Italia, si attesta intorno ai 18-19 anni per i maschi e i 20-21 per le femmine, questa è decisamente più bassa, fino ai 14 anni, tra le ragazze che vivono nelle aree legate al turismo estivo. Dalla ricerca della Bocconi risulta addirittura che la latitudine alla quale vi sono le maggiori probabilità di fare prima l'amore è proprio quella di Rimini.
LA DOPPIA MORALE - La «scoperta» non è senza conseguenze: lo stesso Billari e Letizia Mencarini dell'Università di Firenze hanno evidenziato l'esistenza di una doppia morale in uno studio condotto tra gli studenti universitari italiani. In un questionario è stato chiesto se ritenessero che un ipotetico gruppo di amici avrebbe o meno approvato il comportamento di una ragazza che aveva avuto il primo rapporto sessuale in età precoce e di un maschio che aveva fatto lo stesso. Solo nel 16% dei casi gli studenti disapprovano il comportamento maschile ma l'87% di loro spende senza alcun dubbio parole di cpndanna per l'analogo comportamento femminile. «Quella sulla morale sessuale - sostiene Billari - è la prima, con l'ineguale divisione del lavoro domestico tra i genitori, e una delle più persistenti disuguaglianze di genere che ci si trova ancora ad affrontare nella vita. Ciò in un mondo in cui lo sbilanciamento nella divisione del lavoro in famiglia va diminuendo, le possibilità di accesso agli studi superiori si stanno avvicinando e i risultati scolastici parlano, ormai, a favore delle donne».
L'USO DEI CONTRACCETTIVI - Non è un caso, allora, che una terza ricerca, condotta ancora da Billari e Borgoni, faccia pensare a una possibile relazione tra le pressioni sociali e la salute sessuale. La diffusione dei metodi contraccettivi nel primo rapporto ricalca, infatti, quella dell'età del debutto sessuale delle ragazze, con un uso scarso al Sud, medio al Centro e alto al Nord. L'utilizzo dei metodi contraccettivi va, comunque, diffondendosi con il tempo: li hanno utilizzati, alla loro prima esperienza sessuale, il 33% degli italiani nati tra il 1946 e il 1955, il 44,7% di quelli nati tra il 1956 e il 1965 e il 67,7% di quelli nati tra il 1966 e il 1976.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
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