martedì 27 maggio 2003

a Mlano: Severino, Veca, Celli, Canfora sulla libertà

Il corriere della Sera, 27.5.03
Alla Biblioteca Ambrosiana le lezioni di quattro studiosi
A proposito di libertà...

«Libertà va cercando - diceva Virgilio (parlando di Dante) a Catone l’Uticense posto a guardia del Purgatorio - ch’è si cara, come sa chi per lei vita rifiuta». E sensibile era certamente Catone a quel valore che reputò più alto della vita stessa, poiché non esitò a suicidarsi in nome della libertà. Dalle pagine di Dante alle parole lette sui quotidiani in questi giorni, il passo non è poi così lungo: quanta parte del pensiero universale, dall’antichità ai nostri giorni, è stata dedicata al concetto di libertà, con mille sfumature e contraddizioni, mille campi di applicazione e visuali possibili ma un’unica forza, capace di muovere idee e passioni. Ma cosa vuol dire libero? Il dizionario etimologico se la cava elegantemente con un bel «di origine incerta». E quando l’etimologia ci abbandona, comincia il pensiero. Emanuele Severino, Salvatore Veca, Giorgio Celli e Luciano Canfora, studiosi autorevoli di provenienza e formazione diversissima tra loro, sono i protagonisti del ciclo di incontri promosso dalla Fondazione Corriere della Sera «Libertà vo’ cercando...»: quattro lezioni volte a portare alla luce tutta la complessità del concetto di libertà.
«Bisogna comprendere - spiega il filosofo Emanuele Severino, docente all’Università di Venezia e all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e primo relatore di oggi con " Vincoli e libertà" - che i molti sensi della libertà, politico, economico, sociologico, psicologico, religioso e artistico, sono i molti rami di un unico tronco, le cui radici affondano nel più antico pensiero filosofico».
Per l’entomologo Giorgio Celli, invece, la parola libertà si confronta con il problema della ricerca scientifica e delle sue possibili applicazioni: «Credo che la ricerca scientifica debba essere libera - spiega lo studioso che il 10 giugno terrà un incontro dal titolo "Il treno per Auschwitz: qualche considerazione sulla libertà della ricerca scientifica" - ma quando questa tocca questioni che possono avere gravi ripercussioni sulla società, come la vivisezione o la clonazione, è doveroso sottoporre la questione all’opinione pubblica. In fondo, non bisogna dimenticare l’insegnamento di Hegel: la nostra libertà termina là dove inizia quella degli altri».
Il filosofo della politica Salvatore Veca, docente all’Università di Pavia, interverrà il 4 giugno per parlare di «Grammatiche della libertà», mentre il 17 giugno ci sarà l’ultimo appuntamento con uno dei più famosi antichisti europei, Luciano Canfora, docente all’Università di Pavia dove insegna Filologia Classica. Nella sua relazione, «La libertà degli antichi e dei moderni», traccerà la differenza tra libertà e democrazia. Tutti gli incontri si tengono alla Sala delle Accademie della Biblioteca Ambrosiana. Durante la lezione, di 45 minuti circa, Giorgio Dongiovanni eseguirà delle letture sceniche.