martedì 27 maggio 2003

ultime sulla "mamma di Cogne"

La Stampa 27.5.03
L'avvoato Taormina sostiene di non essere intenzionato a presentare le controdeduzioni difensive.
«Se vogliono processino la Franzoni»
Da domani possibile la richiesta di rinvio a giudizio
di Enrico Marcoz

AOSTA E' già pronta negli uffici della procura di Aosta la richiesta di rinvio a giudizio per Anna Maria Franzoni, la mamma del piccolo Samuele Lorenzi ucciso il 30 gennaio 2002 a Cogne. Il sostituto procuratore Stefania Cugge potrebbe depositare l'atto già domani nella cancelleria del giudice per l'udienza preliminare Eugenio Gramola. Il condizionale è d'obbligo perché non sono escluse sorprese dell'ultima ora da parte dell'avvocato Carlo Taormina, difensore della Franzoni. «Avevo annunciato la presentazione di una memoria difensiva - ha detto ieri il legale - ma ci ho ripensato. Ora la procura può fare quello che vuole, come peraltro ha sempre fatto. Possiamo anche andare al processo tra una settimana». Se oggi l'avvocato non depositerà le sue controdeduzioni, come previsto dall'articolo 415 bis del codice di procedura penale, scadranno i termini a disposizione della difesa e la procura potrà chiudere definitivamente l'inchiesta a quasi 500 giorni dal delitto. Nei giorni scorsi Taormina aveva chiesto una nuova integrazione all'avviso di conclusione delle indagini per ottenere un rinvio dei termini. Nell'istanza si chiedeva che venisse inserita nel fascicolo processuale una videocassetta registrata dai carabinieri del Ris di Parma nella villetta di Cogne dove è avvenuto il delitto. Per gli inquirenti quella videocassetta non esiste, perciò la richiesta è stata respinta dalla procura. «Non ci saranno ulteriori integrazioni all'avviso di conclusione delle indagini» è l'unico commento del procuratore capo Maria Del Savio Bonaudo. Una volta presentata la richiesta di rinvio a giudizio, da indagata Anna Maria Franzoni diventerà imputata. L'accusa nei suoi confronti è omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela. Secondo la procura, è stata lei ad uccidere il figlioletto con un'oggetto contundente che risulta scomparso. Samuele Lorenzi era stato trovato in fin di vita, nel letto dei genitori, con 17 ferite sul capo. In base alla perizia psichiatrica Anna Maria Franzoni è capace di intendere e volere, lo era al momento del fatto ed è pienamente in grado di partecipare al processo. I periti psichiatrici nominati dal gip Fabrizio Gandini hanno anche escluso disturbi dissociativi. Contro di lei pesano le ricostruzioni tecnico-scientifiche del Ris, il cui operato è stato più volte criticato dall'avvocato Taormina. La difesa ha anche nominato consulenti di fama internazionale per realizzare una controperizia da opporre a quella dei carabinieri. I risultati, però, non sono ancora stati resi noti.