Corriere della Sera Cronaca di Milano 18.9.03
Disagio e psiche: le famiglie fanno gruppo
di Marta Ghezzi
Nel mondo istituzionale della psichiatria non c’è spazio per i familiari. Per il loro dolore, per il loro disagio. Madri, padri, fratelli, mariti, mogli, figli, con vite altrettanto distrutte, perché quando la malattia psichica entra in una casa, coinvolge a tuttotondo anche chi vive con il malato, e ne stravolge la quotidianità. Un dolore e un disagio che devono trovare, quindi, forme e canali diversi per uscire allo scoperto. Ci prova, da sette anni, la Tartavela Associazione Familiari Milanese per una Milano Psicoattiva (via M.A. Colonna 57, telefono 02.39.26.57.92), che riunisce davanti a un tavolo, ogni giovedì dalle 20.45 alle 23.15, i parenti delle persone con problemi psichiatrici. «Una forma di scambio fra pari - spiega il presidente, Alberto Rovelli - per arricchirsi, trovare soluzioni, non cadere nel vittimismo, e anche, quando si riesce, recuperare un po’ di serenità». «Fra pari - sottolinea - perché solo chi vive questa esperienza può davvero capirne le angosce e le lacerazioni, e perché solo sapendo di essere in un ambiente dove tutti stanno sperimentando una stessa situazione, cadono barriere e tabù e ci si parla a cuore aperto».
Funziona? Sì, a guardare le statistiche delle presenze, 150 persone che hanno partecipato in modo costante a questo progetto di auto-aiuto negli ultimi anni, e le richieste per la creazione di nuovi gruppi. Dopo il nucleo storico di via Colonna, si è da poco costituito un secondo gruppo, che si ritrova, sempre di giovedì, sempre dalle 20.45 alle 23.15, al Padiglione Grossoni 1 dell’Ospedale Niguarda, e a breve dovrebbero nascerne altri in zone diverse della città.
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«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»