La Gazzetta del Mezzogiorno 18.4.04
COOKING THERAPY / Passione prediletta dal 61%
Psicanalista addio, il manager
ora cura lo stress con la cucina
MILANO Chi ha detto che la cucina di casa è il regno incontrastato della donna? Forse un tempo, ma oggi sono sempre di più gli uomini che si scoprono amanti dei fornelli. Questa passione fa proseliti soprattutto tra imprenditori, manager e professionisti in carriera. Per molti è una passione, ma per tantissimi la cucina è anche una vera terapia: il 61% degli interpellati in un sondaggio dice che stare ai fornelli aiuta a combattere ansia e stress, quasi meglio del lettino dell'analista. In America la chiamano «cooking therapy».
E' quanto emerge dallo studio condotto per il mensile Gentleman da Eta Meta Research su 110 uomini tra imprenditori, top manager e dirigenti di grandi aziende. Alla domanda «le capita mai di cimentarsi tra pentole e fornelli?», solo l'11% sostiene di non occuparsi mai della preparazione dei cibi, mentre ben il 46% dichiara che in occasioni particolari non disdegna affatto indossare il grembiule e darsi da fare in cucina.
Ma tra gli intervistati c'è anche chi (23%) sostiene che la cucina rappresenta un appuntamento fisso. Per quale motivo questi vip del mondo imprenditoriale si sono ritrovati la prima volta davanti al fornello? Un intervistato su tre non ha dubbi: il motivo principale va ricercato nella vera passione per il cucinare (31%). Quasi un intervistato su due (47%) quando è ai fornelli preferisce essere solo, mentre l'altra metà si divide fra chi considera il cucinare un momento da condividere con gli amici (19%), la famiglia (13%) e la partner (9%). La cucina? Un vero mix tra passione e terapia. Cimentarsi in prodezze culinarie è per moltissimi un vero divertimento (68%), ma non solo. Si può infatti parlare di una vera e propria cooking therapy, una tendenza già in atto negli Stati Uniti, dove alcuni chef organizzano dei corsi esclusivamente per manager sotto stress.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»