sabato 17 luglio 2004

Cina

17 Luglio 2004
Mao a prezzi scontati
di Francesco Sisci


PECHINO. LA ragazzina passa lì davanti, strizza gli occhi e poi li allarga: chi è quel nonnino dal faccione bonario che campeggia al centro di piazza Tienanmen? Ah sì, sospira, è Mao Zedong. Una generazione fa i suoi genitori sapevano a memoria il libretto rosso ed erano pronti a morire per Mao, oggi i ragazzini nemmeno se ne ricordano.
Per questo il governo ha deciso di incoraggiare il turismo cultural-ideologico verso il villaggio natale del Grande Timoniere. I turisti per Shaoshan godranno di sconti fino al 50 per cento su biglietti e alberghi. Se trent’anni fa in decine di milioni andavano ogni mese a Shaoshan a chiedere il miracolo dell'illuminazione comunista, nell'intero anno scorso i turisti sono stati poco più di un milione, un'inezia su quasi un miliardo e mezzo di cinesi.
Preferiscono Qufu, luogo di nascita dell'antico saggio Confucio, o le decine di santuari buddhisti che dopo lustri di assenza, sono ricomparsi come funghi in tutto il Paese. La santa Guangying, protettrice dei disgraziati ha un altare in quasi ogni casa, mentre il ritratto del vecchio timoniere penzola nostalgico solo sul parabrezza di qualche tassista attempato.
Un'epoca è finita, e non si può tornare indietro, e a Pechino, nonostante gli sconti per Shaoshan, lo sanno bene. Del resto solo qualche giorno fa il ministro della Difesa nepalese ha annunciato pubblicamente che la Cina avrebbe sostenuto il suo governo nella repressione di quei ribelli che combattono e vogliono la rivoluzione proprio in nome del vecchio comandante Mao.