sabato 17 luglio 2004

la memoria

Repubblica Salute 15.7.04
Per ricordare serve solo l'attenzione
La memoria


SECONDO Joaquìn M. Fuster, neuroscienziato dell'Università di California e massimo studioso della corteccia cerebrale, l'intelligenza è difficile da definire perché ha una relazione stretta con altre quattro funzioni: la percezione, la memoria, l'attenzione e il linguaggio. Fuster fa notare che, per sviluppare un comportamento intelligente, cruciale è l'attenzione. "È per questo che", spiega, "i circuiti nervosi dell'intelligenza coincidono largamente con quelli dell'attenzione e stanno nella parte anteriore del cervello, nelle aree frontali e prefrontali (nel cosiddetto giro del cingolo anteriore) e sono costituiti dal fitto intreccio tra neuroni corticali dotati di assoni molto lunghi. Concentrarsi, focalizzare l'attenzione su qualcosa significa non solo attivare questi circuiti ma anche selezionare il flusso di informazioni dalle aree percettive della parte posteriore del cervello. Il flusso viene quindi fermato, inibito, dai circuiti prefrontali di modo che l'attenzione possa focalizzarsi.
In soccorso dell'attenzione giunge la memoria con schemi di di comportamento, impastati di valori, giudizi, emozioni sperimentati in situazioni analoghe. Infine, entrano in ballo la regione prefrontale laterale, che integra la dimensione tempo, e altre aree frontali che ci danno un'idea delle intenzioni altrui. Si forma così uno "spazio di lavoro", come dice il grande neurobiologo francese Jean Pierre Changeux, nel suo ultimo libro L'uomo di verità, (Feltrinelli, Milano 2003). La decisione e l'utilità del conseguente comportamento, saranno espressione di maggiore o minore intelligenza. Un comportamento poco intelligente dipende da una scarsa attenzione o dagli automatismi. La nostra capacità di ragionamento deve infatti fare i conti con meccanismi di ragionamento automatico. Decidere in modo intelligente vuol dire evitare gli automatismi.