sabato 17 luglio 2004

uno psichiatra
ancora sulla polemica fra Cancrini e Cantelmi

il Messaggero 16.7.04
Prima la polemica innescata dal professor Luigi Cancrini: ...
C.M.


Prima la polemica innescata dal professor Luigi Cancrini: «la Regione Lazio mette a rischio la sopravvivenza delle Comunità terapeutiche». Poi la replica della Regione: «Sono accuse incredibili, prive di fondamento». Sulla riconversione dell’assistenza neuropsichiatrica parla ora il dottore Paolo Rosati, vice presidente dell’Aiop Lazio, l’associazione che raggruppa gli istituti privati.
«La sottoscrizione delle intese tra Regione, Asl e Case di Cura del giugno 2003 è il punto finale di un processo che ha avuto inizio molti anni fa, aperto a livello scientifico e politico con l'emanazione della Legge Basaglia», riassume e fissa i paletti Rosati. D’allora l’amministrazione regionale si è fatta carico dell'assistenza e, dopo una serrata consultazione con i rappresentanti delle associazioni Aris e Aiop, si è pervenuti all'attuale progetto di riorganizzazione.
«Per limitarci agli ultimi anni - riprende il vice presidente dell’Aiop - nel dicembre 1999 la Giunta Badaloni e le associazioni di categoria avevano sottoscritto un protocollo di intesa che, superando le norme della legge regionale 55/93, attraverso un processo di riorganizzazione, ipotizzava l'integrazione tra le strutture private ed i Dipartimenti di Salute mentale mediante la stipula di appositi protocolli».
Lei vuol dire che l’ex giunta Badaloni aveva già condiviso il progetto di riconversione ? «La Giunta Badaloni aveva approvato la proposta di Legge contenente le norme per la riorganizzazione della rete ospedaliera ai sensi della legge 30 dicembre 1991. Riguardava 4 aree di vitale importanza: assistenza psichiatrica di tipo clinico-ospedaliera; assistenza clinico-sanitaria neurologica; comunità terapeutico-riabilitative; residenze sanitarie assistenziali di tipo non specifico».
Che ne fu poi di questa proposta di legge?
«Purtroppo nella scorsa legislatura il Consiglio regionale chiuse i lavori senza aver discusso il provvedimento, l’attuale giunta ha ripreso quel progetto».
E la questione dei farmaci che le Case di cura userebbero con troppa disinvoltura ?
«Cancrini sbaglia: i nostri progetti terapeutici individuali vengono continuamente verificati, confrontati e supervisionati dai servizi territoriali pubblici (Dsm). E sbaglia anche quando cita l'entità delle nostre diarie: sono ferme al 1994 e sono state rivalutate dei soli indici Istat fino al ’99».