Psichiatria, Psicologia e Neurologia
Il Pensiero Scientifico Editore
Donne e uomini: differenze di destra e di sinistra
di Emanuela Grasso
Il cervello degli uomini e delle donne sembra essere diverso sia morofologicamente che funzionalmente, insomma sia nella forma che nella sostanza. Tuttavia i comportamenti spesso differenti dei due sessi non sono solo riconducibili ad una differenza fisiologica; sembra ovvio che, essendo l'uomo un animale sociale, le esperienze e il contesto in cui si trova a vivere e operare sono determinanti.
Questa posizione è un compromesso tra chi sostiene che le differenza fra sessi siano sostanzialmente dovute alla biologia e chi sostiene, invece, che siano una questione culturale. Perché anche stabilire che cosa hanno le donne in testa di così diverso dagli uomini, o viceversa, sembra sia diventata una questione politica, una questione di schieramento: da una parte i conservatori e dall'altra i progressisti. Lo sostiene un'indagine condotta da due ricercatrici della Yale University, Victoria Brescoll e Marianne LaFrance.
Le due ricercatrici hanno analizzato 29 articoli di divulgazione scientifica che trattavano la differenza di genere, prendendo spunto da ricerche pubblicate su riviste specialistiche. È così venuto fuori che se l'editore di una rivista o di un quotidiano ha adottato una linea conservatrice tende a far passare ai lettori il messaggio che le differenze di sesso siano dovute in maniera preponderante alla biologia. Al contrario, se l'editore è progressista tende a lasciar passare tra le righe il messaggio che le differenze tra i sessi sono soprattutto-socioculturali.
Le motivazioni riportate dai giornali per spiegare le differenze di genere appaiono, dunque, più vicine ad interpretazioni arbitrarie che al risultato fedelmente riportato di ricerche obiettive. Dati quelli emersi dallo studio, pubblicato sulla rivista Psychological Science (agosto del 2004), che aprono la strada ad alcuni interrogativi: in che modo vengono informati i lettori a proposito dei risultati scientifici? Quanto sono affidabili i giornalisti quando riportano notizie di scienza?
John Franklin, scrittore scientifico vincitore del premio Pulitzer, ha individuato una spiegazione plausibile nel fatto che molte delle persone che scrivono di scienza, di cui pochi sono realmente giornalisti e scienziati, non sono abbastanza competenti. "Chi scrive di scienza omette tutto ciò che non comprende; i redattori eliminano le cose che non capiscono; il pubblico legge ciò che resta", ha affermato Franklin.
Non particolarmente ottimistica sembra anche la conclusione a cui giungono le autrici, secondo cui su un argomento così delicato come le differenze di genere appoggiare acriticamente la tesi biologia non fa altro che rinforzare gli stereotipi già radicati nella mente dei lettori. Tanto più che sembra che, soprattutto su argomenti scientifici per cui spesso non si sentono preparati, i lettori tendano a fidarsi molto di chi scrive.
Fonte: Sheila Gibbons. Science Reporting Skews Sex Differences. Utne November/December 2004