venerdì 7 gennaio 2005

Cina

REUTERS Fri January 7, 2005 12:06 PM GMT
Cina, aborto selettivo sta per diventare un reato


PECHINO (Reuters) - La Cina sta per bandire l'aborto selettivo ai danni dei feti femminili per riequilibrare la maggioranza di maschi, cresciuta da quando la politica del figlio unico è stata introdotta 20 anni fa.
Statistiche governative mostrano che, nel paese più popoloso del mondo, ogni 100 bambine sono nati 119 maschi, ma Pechino ha stabilito l'obiettivo di correggere lo sbilanciamento entro il 2010, secondo quanto riferito dai media statali.
La Cina ha incrementato la politica del figlio unico nei primi anni Ottanta per contenere la sua crescita demografica --che ha toccato ieri un miliardo e 300 mila persone -- ma le restrizioni hanno incoraggiato la tradizionale preferenza per i figli maschi.
"Il governo considera un compito urgente correggere il disequilibrio di genere tra i neonati", riporta l'agenzia di stampa Xinshua riprendendo le parole pronunciate in tarda serata dal ministro membro della Commissione per la pianificazione della Famiglia e della Popolazione nazionale, Zhang Weiqing.
"Come nuova misura, la Commissione comincerà a rivedere il codice penale per poter effettivamente bandire il rilevamento del sesso del feto e l'aborto selettivo, se non per legittime ragioni mediche", ha detto Zhang.
L'aborto selettivo è già stato bandito, ma tecnologie, come gli ultrasuoni hanno reso possibile l'identificazione del sesso in tempo, aumentando i casi di aborti femminili.
I cinesi hanno sempre preferito i maschi alle femmine, perché considerati più in grado di provvedere alla famiglia, di curare i membri più anziani, e per provvedere alla successione.
Nonostante la volontà di riequilibrare lo sbilanciamento dei sessi, e la recente flessibilità verso le famiglie rurali, a cui è consentito da due anni avere due figli, la Cina non ha dato segni di voler abbandonare del tutto la legge del figlio unico.

Corriere della Sera 7.1.05
Manovre congiunte tra India e Cina


NEW DELHI - L’India e la Cina, i due Paesi più popolosi del mondo, un tempo rivali (nel 1962 combatterono l’una contro l’altra), sono sempre più vicini. New Delhi ha proposto a Pechino di tenere esercitazioni militari comuni anti-terrorismo. Lo ha detto il generale N.C. Vij, capo di Stato maggiore dell’esercito indiano di ritorno da una visita in Cina. I cinesi, ha spiegato il generale, hanno apprezzato la proposta e «promesso di prenderla in considerazione».