venerdì 7 gennaio 2005

linguaggio
gli psicologi di fronte al linguaggio dei pastori di Tenerife

YAHOO SALUTE venerdì 7 gennaio 2005
Psichiatria, Psicologia e Neurologia
Fischiare e parlare per il cervello pari son
Il Pensiero Scientifico Editore


Un fischio può valere più di tante parole e il cervello umano, quando è allenato a farlo, sa interpretare "ariette" sibilanti come fossero un linguaggio a tutti gli effetti. È almeno questa la prerogativa del cervello di una popolazione di pastori che vive sull’isola di Tenerife, nelle Canarie, che si è inventata una lingua "in codice" basata su fischi e non su parole. Il loro cervello, è spiegato sulla rivista Nature, risponde ai fischi attivando proprio i centri del linguaggio.
La lingua, detta Silbo Gomero o Silbo, è stata studiata a fondo da un’équipe di psicologi coordinata da David Corina, dell’Università di Washington. I risultati di questo studio evidenziano una plasticità cerebrale tale da permettere forme di comunicazione non basate esclusivamente sulla parola.
La necessità fa virtù e i pastori di Tenerife, che parlano spagnolo, per comunicare anche a grande distanza superando le asperità dei terreni scoscesi dell’isola, hanno imparato a fischiare modulando i suoni in modo che ciascun diverso sibilo corrisponda a un messaggio. Si fischiano dunque a distanza informazioni come "chiudi il recinto" o "la pecora è uscita dal gregge", indispensabili per il loro lavoro.
Gli psicologi hanno studiato il modo in cui il loro cervello risponde a questa insolita forma di comunicazione. Per farlo i ricercatori hanno coinvolto due gruppi di persone: alcuni pastori locali che però oltre a conoscere la ‘lingua’ dei fischi parlavano correntemente anche lo spagnolo e un gruppo di spagnoli che invece non conosceva la lingua dei fischi. Gli esperti hanno sottoposto entrambi a due prove d’ascolto. Nella prima i volontari dovevano ascoltare frasi nelle due lingue. Nella seconda, invece, gli individui dovevano prestarsi all’ascolto di sequenze di parole registrate a distanza di tre secondi l’una dall’altra, sempre in entrambe le lingue, e poi cercare di ricordare quante volte ciascuna diversa parola (o fischio) fosse ripetuta nella registrazione.
Durante tutte le prove gli psicologi hanno tenuto sotto controllo con la risonanza magnetica funzionale le aree cerebrali che si attivavano nei partecipanti. Nel cervello dei pastori, sia sentendo lo spagnolo che la lingua dei fischi, si attivavano i centri del linguaggio, segno che a forza di parlare a suon di fischi il loro cervello si è "resettato" divenendo flessibile al punto da rispondere indifferentemente sia alle parole che alla nuova forma di comunicazione non verbale. Invece, nel cervello degli spagnoli, per quanto fossero in grado di discriminare tra i diversi fischi e riconoscere quante volte ciascun tipo di fischio fosse ripetuto nelle registrazioni, all’ascolto dei fischi si attivavano centri nervosi del tutto distinti da quelli del linguaggio. Ciò è segno che queste persone, non avendo mai usato né conosciuto il linguaggio dei fischi, non lo riconoscono come una forma di comunicazione. Per il loro cervello, insomma, i fischi degli isolani sono molto più estranei che una lingua straniera non conosciuta, non sono affatto una lingua.
La vita dura dei pastori di Tenerife, invece, ha dato loro in dono un cervello i cui centri del linguaggio hanno acquisito capacità in più per aiutarli a comunicare.
Fonte: Carreiras M, Lopez J, Rivero F, Corina D. Neural processing of a whistled language. A rare surrogate of Spanish highlights the adaptability of the brain’s language regions Nature 2005;433(7021).