Corriere.it 3.1.05
CRONACHE
Sotto accusa l’azienda produttrice. Gli esperti: può essere utile
Prozac, il dossier scomparso: «Aggressività e rischio suicidi»
In uno studio gli effetti collaterali dell’antidepressivo. «Ma è stato nascosto»
di Margherita De Bac
ROMA - L’accusa è di vecchia data, le prove però sono nuove. Ancora forti sospetti sul Prozac, uno dei farmaci più venduti nella storia della medicina, la pillola che ha promesso la felicità a milioni di depressi. La fluoxetina, il principio attivo di cui è composta, era stata accusata di scatenare drammatici effetti collaterali, da profonde modificazioni del comportamento al suicidio a forme incontrollate di aggressività.
IL DOSSIER - La documentazione, di cui non si aveva traccia dal ’94, è stata pubblicata nell’ultimo numero del British Medical Journal: secondo un rapporto datato 1988, «il 38% dei malati a cui è stata somministrata fluoxetina presentano un eccesso di eccitazione motoria, contro il 19% dei pazienti che invece ricevono il placebo». Lo studio, dunque, mostrerebbe l’esistenza di un legame fra l’assunzione dell’antidepressivo e forme di aggressività, fino al suicidio. Gli editori della rivista medica hanno ricevuto il materiale per posta, da un mittente ignoto, e adesso alcuni esperti ci stann o lavorando per stabilire eventuali responsabilità della casa madre. Alla Eli Lilly, la multinazionale statunitense che sul Prozac ha costruito parte della sua fortuna dalla metà degli anni ’80, si rinfaccia di aver nascosto la verità negando il compromettente dossier al Fda, l’ente americano per la registrazione dei farmaci. L’azienda non commenta, ma ricorda che il medicinale «ha migliorato in modo significativo la vita di moltissimi pazienti. É una delle molecole più studiate ed è stato prescritto a 50 milioni di malati. La sua sicurezza ed efficacia sono state ben analizzate». Il caso fluoxetina è divampato nell’89. Un uomo si suicidò dopo aver ucciso 8 colleghi col fucile. Era sotto cura per depressione. La famiglia raccolse le prove e tirò fuori durante il processo le carte che evidenziavano come la pillola fosse causa di forte «agitazione, aggressività e aumento delle tendenze suicide». Il fascicolo sparì nel ’94.
CLASSE - Il Prozac appartiene alla classe degli inibitori della ricaptazione della serotonina, gli SSRI. Interviene sul meccanismo di uno dei neurotrasmettitori che regolano il nostro umore. Da oltre un anno è uscito di brevetto per esordire nella categoria dei generici. Qualsiasi azienda può decidere di produrlo. Nel frattempo sono entrate in commercio molecole sempre più sofisticate, di ultima generazione, che hanno ridotto la popolarità della «prima nata». Eppure della famosa pillola si continua a parlare, come è accaduto solo pochi mesi fa a proposito di un aumento di incidenza di suicidi che gli psicofarmaci procurerebbero tra i minorenni senza che sui foglietti illustrativi siano riportati i necessari avvertimenti mirati sui bambini.
CONSUMI - Celebrità legata soprattutto ai consumi e alla diffusione dei disturbi psichiatrici. Secondo Giuseppe Dell’Acqua, direttore dipartimento Salute mentale di Trieste, dall’1,5 al 3% di italiani soffrono di problemi gravi, il 25% denunciano nell’arco dell’anno stati di sofferenza psichica. In Italia nel quadriennio 2000-2003 la vendita degli psicofarmaci è cresciuto del 75%. Si contano 50 confezioni di antidepressivi ogni 100 abitanti, oltre a 126 di benzodianzepine (ansiolitici e tranquillanti) e 20 di antipsicotici. Rispetto ad altri Paesi siamo tra gli utilizzatori più morigerati. Nota Dell’Acqua: «Sono un sostenitore delle cure farmacologiche per lenire il dolore ma da qui a costruire un modello imperante che interpreta tutto in chiave farmacologica ce ne passa. Che gli antidepressivi abbiano effetti collaterali lo sappiamo bene. Il problema è che se ne abusa ed è normale poi che ci siano casi estremi».
EFFETTI - Non si sorprende dei recenti sviluppi sul Prozac Silvio Garattini, Istituto Mario Negri: «Gli effetti di questa classe di molecole, come fluoxetina e paroxetina, non sono un segreto. Non sempre danno felicità». Fabrizio Starace, primario di psichiatria al Cotugno di Napoli, teme «la criminalizzazione dell’antidepressivo, che invece è una risorsa utile per chi sta male». E spiega: «Bisogna invece criminalizzare le modalità di prescrizione. Il farmaco è l’unico agente terapeutico prodotto a scopo di lucro a differenza di psicoterapia e interventi territoriali. Va da sé quali interessi si trascini dietro». Il rischio dell’inappropriatezza è in agguato. Ma Alberto Siracusano, cattedra di psichiatria a Tor Vergata, invita a non fare confronti tra Usa e Italia: «La nostra cultura ci riporta ad un uso molto oculato. In molti hanno beneficiato dei vantaggi dei serotoninergici, mi sembra assurdo rifarsi a un episodio di 20 anni fa».
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»