lunedì 10 gennaio 2005

fantasie e leggende
la Terra Cava

Corriere della Sera 10.1.05
Dall’Europa ad Atlantide Leggende sotto la Terra
La secolare caccia alla civiltà nel centro del mondo L’idea, rilanciata dai nazisti, sopravvive in Internet
di Viviano Domenici


Che la Terra sia una sfera leggermente schiacciata ai poli è ormai una verità che non ha bisogno di prove o conferme scientifiche. Ma non accettata da tutti. Ancora oggi c’è chi la crede piatta come un disco o chi sostiene che sia cava come un pallone da calcio. E mentre l’idea piatta come un disco ha una sua radice istintiva, dettata dall’esperienza quotidiana, quella della terra cava sembrerebbe una curiosità d’archivio storico. In realtà basta affacciarsi a Internet per accorgersi che ha più sostenitori di quanti si possa immaginare e in passato ne ebbe di potentissimi tra le alte gerarchie naziste che videro in questa teoria un importante sostegno alle loro idee sull’esistenza di una razza di uomini superiori. La prima idea di una terra cava la propose il celebre astronomo Edmund Halley (scopritore dell’omonima cometa) il quale, per spiegare le variazioni del campo magnetico terrestre, nel 1692 ipotizzò che all’interno della Terra vi fossero ben quattro altre sfere, sempre più piccole. Secondo questa ipotesi l’interno della terra era abitato da un’umanità che poteva viverci grazie alla presenza di una sorta di atmosfera leggera. Ed era proprio questo strano gas che di tanto in tanto sfuggiva dai poli creando il fenomeno delle aurore boreali.
Questo fu il primo embrione della teoria che nel secolo successivo venne semplificata e precisata dal matematico svizzero Leonhard Euler (Eulero) secondo il quale la Terra era completamente cava e come un’immenso scrigno conteneva un piccolo Sole che illuminava l’esistenza di un popolo altamente civilizzato che viveva appunto dentro la terra cava. Era la metà del Settecento e le basi fondamentali della teoria erano state gettate. Mancava solo l’indicazione su come penetrare nel mondo interno. A questo provvide un americano, tale John Cleves Symnes, che comunque preferiva l’ipotesi di Halley e nel 1881 scrisse: « A tutto il mondo: io affermo che la Terra è vuota e abitabile all’interno, che contiene una serie di sfere solide una dentro l’altra e che è aperta ai poli». In sostanza Symnes affermava che al Polo Nord e al Polo Sud c’erano le porte d’ingresso e bastava andare a cercarle per poter entrare nel mondo di sotto.
Era talmente convinto della sua idea che si mise a cercar fondi per organizzare una spedizione al Polo Nord, e ci riuscì con l’aiuto di un editore di giornali che, intravisto lo scoop, riuscì a convincere il governo americano a finanziare l’avventura con 300 mila dollari. La spedizione partì ma non trovò l’ingresso sperato e l’idea della terra cava sembrò sul punto di sparire in un buco nero. Un aiuto insperato venne dalla Siberia ai primi dell’Ottocento, quando dal fango ghiacciato della tundra affiorò il corpo di un mammuth congelato e in discrete condizioni di conservazione; una scoperta che secondo alcuni provava l’esistenza di un mondo di sotto e di una «porta» d’ingresso ai poli. Il mammut, dissero i sostenitori della Terra Cava, era sbadatamente uscito dal mondo di sotto ed era morto di freddo.
Intanto anche antropologi e archeologi partecipavano - ognuno per le sue competenze e magari con qualche distinguo - alla costruzione della Terra Cava abitata all’interno. In realtà, sostenne un antropologo tedesco-sudamericano nel 1836, anche le differenze razziali riscontrabili nelle popolazioni presenti all’esterno del pianeta potevano essere spiegate con la teoria dalla Terra Cava: dall’apertura del Polo Nord erano uscite i popoli di pelle bianca, dal buco del Polo Sud quelli di pelle scura.
Tutti, però, trovando l’ambiente davvero freddino, s’erano poi diretti verso latitudini più temperate popolando il mondo.
Nel 1870 un certo Cyrus R. Teed ribaltò tutto affermando: la terra era cava, ma siamo noi i suoi abitanti e viviamo sulla superficie concava dell’interno; il cielo non è altro che una gigantesca bolla di un gas che riempie tutto e in certi punti presenta particolari fenomeni di brillantezza che noi chiamiamo Sole, Luna e stelle.
Con l’inizio del nuovo secolo le teorie della Terra Cava trovarono nuovo vigore soprattutto nei paesi dell’Europa settentrionale e in particolare in Germania, dove l’idea venne presa così sul serio da spingere i gerarchi nazisti a elaborare strategie di guerra che tenessero conto dell’ipotizzata concavità dell’ambiente terrestre. A questo scopo i nazisti avrebbero organizzato specifiche spedizioni di ricerca oltre il Circolo polare artico; ma senza abbandonare l’altra ipotesi, quella secondo cui l’umanità viveva all’esterno della Terra, mentre nell’interno cavo fioriva una civiltà creata da una razza superiore scampata alla catastrofe di Atlantide.