mercoledì 5 gennaio 2005

sinistra
Bertinotti, Cossutta, Rizzo

Gazzetta del Sud 5.1.05
Fausto Bertinotti invita la sinistra a non inseguire la personalizzazione politica
Condanno l'aggressione di Piazza Navona: è di destra
di Martino Martellini


ROMA – «Chi mi contesta per il fatto che ho condannato l'aggressione di Piazza Navona è legato alla cultura del gesto e non si rende conto che atti di questo genere sono di destra, hanno un sapore dannuziano che non ha niente della forza efficace e non violenta della critica di massa». Fausto Bertinotti taglia corto sulle polemiche sorte intorno all'interpretazione del gesto del muratore mantovano e preferisce un'analisi più profonda sui rischi della personalizzazione della politica.
Lei ha detto che le interessa più contrastare la politica economica del premier che la persona Berlusconi... «La politica della sinistra deve tendere alla partecipazione di massa, alla più ampia condivisione degli obiettivi e deve sottrarsi alla personalizzazione dello scontro. Non mi posso fermare alla critica della persona ma debbo fare una lucida lettura del sistema e allora dico subito: ragioniamo su quanto il maggioritario ci ha condizionati».
Questo è un discorso che lei ha fatto più volte... «Non mi stancherò mai di farlo, ci sono anche dei sondaggi recenti che ci spiegano quanto incide sul sistema il peso della personalizzazione della politica. È un sistema malato, vince la spettacolarizzazione. Come negli Stati Uniti dove le aggressioni al simbolo, all'uomo immagine, sono il rischio di certe esasperazioni».
Ma il leader non si può criticare? «Attenzione a non stabilire un corto circuito che sarebbe lesivo dell'esercizio della critica democratica. È quello che sta tentando di fare la destra quando lega con un principio di causa ed effetto la contestazione, magari anche non rispettosa, all'aggressione fisica. Questo non può essere accettato perché allora dovremmo parlare ai lesa maestà ed onestamente mi sembra assurdo ragionare in questi termini. Noi non siamo gli oppositori di Sua Maestà!».
Le forze dell'alleanza democratica stanno insieme perché legate dall'antiberlusconismo? «Ma è chiaro. Io su questo tema non me la sento di avere un atteggiamento aristocratico. Interpreto il dissenso che c'è nel paese e dico che bisogna battere la politica del premier. Punto. È chiaro che non c'è solo questo ma per favore non ci dimentichiamo che la politica è fatta di sì e di no. E qui c'è bisogno di un bel no».
Sono «fuori luogo» le polemiche, che vengono sia da destra che da sinistra, sull'aggressione ai danni di Silvio Berlusconi. A richiamare i poli è Armando Cossutta, che ribadisce la posizione già assunta nei giorni scorsi e definisce «sterili» gli scambi di accuse tra Cdl e Gad. «Considero del tutto fuori luogo le polemiche a sinistra in difesa (o quasi) del gesto di Dal Bosco. Il gesto del giovane mantovano va condannato: punto e basta – afferma il presidente dei Comunisti Italiani – Ma va condannata ogni polemica a destra contro il giudice che lo ha legittimamente scarcerato, così come va condannata ogni aggressione e demonizzazione delle autonome posizioni del senatore a vita Mario Luzi: punto e basta». Singolare la posizione di un altro comunista. «È incredibile, la vicenda di Dal Bosco pare una sceneggiata, mancavano giusto la lettera di pentimento e il perdono finale del “saggio e magnanimo padre” in una atmosfera da racconto miracolistico», afferma l'europarlamentare Marco Rizzo. «E ora l'invito ad andare a Roma ad incontrare il premier accettato dal giovane – prosegue Rizzo – ha un po' il sapore della parabola del figliuol prodigo. Niente male per uno che cinque o sei giorni prima era riuscito a filtrare la poderosissima scorta del presidente del Consiglio. Ma sarà tutto vero?» «Il governo – conclude – ha l'abilità massmediatica di utilizzare qualsiasi evento che succede, casuale o meno, non importa, sempre e comunque a fini propagandistici pro domo sua, offuscando sotto una pesante coltre di “boutades”, le vere problematiche del Paese che lasciate a loro stesse non fanno che peggiorare».