martedì 18 gennaio 2005

una grande scoperta archeologica

Corriere della Sera 18.1.05
Presentate ieri in Campidoglio le foto della scena di vendemmia ritrovata sotto il criptoportico delle Terme di Traiano
Il mosaico riemerso dalla grotta
Veltroni: «Servono cento milioni per la sistemazione del parco archeologico»


Ci vogliono cento milioni di euro per completare le ricerche sul Colle Oppio, sistemarne le strutture e restaurare le opere rinvenute. Dopo l’ultima scoperta del mosaico parietale con scene di vendemmia, presentata ieri in Campidoglio dal sindaco Walter Veltroni, l’assessore alla cultura Gianni Borgna e il sovrintendente archeologico Eugenio La Rocca, ora si passa alla ricerca dei finanziamenti. Cinquanta milioni di euro sono già disponbili. «Per i restanti - annuncia La Rocca - ci sono buone possibilità». E sono proprio i recenti ritrovamenti, a cominciare da quello della «Città dipinta» effettuato nel 1998, a dare nuovo impulso al progetto di realizzare nell’area delle Terme di Traiano un parco archeologico in cui venga ricostituito l’assetto complessivo delle Terme. È infatti questo il monumento, dovuto alla maestria di Apollodoro di Damasco, che caratterizza il Colle Oppio, con i suoi sei ettari di superficie sovrapposti alle strutture precedenti secondo un nuovo rivoluzionario orientamento verso sud-ovest per garantire al calidario luce e calore. Ora i resti delle Terme emergono qua e là nel parco senza nessuna connessione uno con l’altro, volutamente ridotti, nella sistemazione a giardino effettuata negli anni Trenta da Antonio Munoz, a semplice «quinta scenografica ai lati del moderno viale centrale».
A riportare l’attenzione verso le «grotte» nascoste sotto i giardini e già ampiamente esplorate nel Cinquecento dagli artisti che vi si calavano per osservare al lume delle candele i resti degli antichi affreschi, è stato nel 1998 un intervento di scavo avviato come una tranquilla operazione di risanamento di una antica galleria delle Terme. In quell’occasione venne alla luce l’affresco della «Città dipinta». Dopo un po’ emerse, a poca distanza, il mosaico del Filosofo e della Musa e ancora, sotto la galleria dell’affresco, le indagini endoscopiche rivelarono il mosaico della Vendemmia, che ora gli speleologi dell’associazione «Roma sotterranea», sono riusciti a fotografare.
«Le Terme di Traiano, - spiega La Rocca - sono state un po’ come il Vesuvio per Pompei: hanno sigillato un intero isolato della città anteriore al II secolo dopo Cristo. E l’area nel sottosuolo è tre volte più estesa di quella interessata dai resti affioranti nel giardino». Insomma, una ventina di ettari di grotte e cunicoli, finora raggiungibili solo da spericolati speleologi, ma che potrebbero riservare altre sorprese. Come questa del mosaico parietale, con cinque figure maschili intente a svolgere le operazioni della vendemmia, realizzate con tessere colorate su fondo bianco e con una maestria che ha lasciato stupefatti gli studiosi. L’opera misura tre metri per due, ma un gran mucchio di frammenti caduti ai piedi della parete fa sperare che con le tessere distaccate si possa ricostruirne una parte molto più ampia. Il sogno è di poterle mostrare, in futuro, ai visitatori.