mercoledì 9 febbraio 2005

depressione

una segnalazione di Franco Pantalei

Repubblica 3.2.05

Depressione, serve una diagnosi precoce
Convegno a Roma su "trattamento e servizio pubblico": come creare una rete di pronto intervento
di Anna Rita Cillis

Il buio dell'anima, il male oscuro; modi di dire per siglare la depressione. Un disturbo più diffuso di quanto si pensi e più nascosto di quanto si creda. Nel nostro Paese circa 5 milioni di persone sono strette nella rete di questa malattia che lungo il suo cammino, se non accuratamente individuata e prontamente curata, trascina lentamente verso il basso. "E' una malattia invalidante: molti perdono la voglia di vivere prima e poi gli amici, il lavoro, una situazione che porta anche a un impoverimento economico e a farne le spese sono spesso i meno abbienti", spiega lo psichiatra Antonio Picano, responsabile dell'ambulatorio depressione e malattie correlate dell'Ospedale San Camillo di Roma e presidente dell'associazione Strade Onlus (www.strade-onlus.it), una realtà senza scopo di lucro organizzatrice del convegno Trattamento della depressione e servizio pubblico.
Un appuntamento che si è tenuto a Roma recentemente e che ha evidenziato, tra le altre cose, come una diagnosi precoce possa riportare serenità nella vita di molti.
Un compito, secondo lo psichiatra che dovrebbero assolvere le strutture sanitarie pubbliche. In Italia due depressi su tre non sanno di esserlo e quindi non accedono ad alcun tipo di cura. Ma spesso finiscono nelle sale dei pronto soccorso dove, dopo una visita (i sintomi lamentati vanno dai dolori al torace e alla schiena, all'ansia, al battito accelerato del cuore fino a quelli di tipo gastrointestimale) vengono rimandati a casa. E il calvario, passati pochi giorni, ricomincia di nuovo. Ed è qui che Strade Onlus chiede che l'intervento dei servizi pubblici venga trasformato in direzione della depressione grazie a un rete che metta in contatto medici del pronto soccorso con strutture adeguate .
"Il 12 per cento dei pazienti visitati al pronto soccorso del San Camillo e rimandati a casa", spiega Picano "dovrebbe essere valutato subito per escludere o confermare qualsiasi forma depressiva". Ma spesso a non rivolgersi al servizio nazionale sono proprio i malati. Su 400mila pazienti presi in carico dai servizi pubblici, 130mila sono depressi, il resto ha altri disturbi psichici.
E a rafforzare il credo del dottor Picano ci sono anche le analisi del professor Luca Pani, dirigente ricerca Cnr Cagliari.
"Riconoscere e curare precocemente la depressione è indispensabile", racconta Pani, "recenti ricerche hanno provato il rischio di modificazioni cerebrali potenzialmente irreversibili se l'intervento non è tempestivo, le strutture pubbliche non possono restare inattive di fronte a questa emergenza sociale".
E la "ricetta" per i partecipanti al convegno è semplice: una rete di servizi pubblici, farmaci nelle giuste dosi, quando necessario una psicoterapia, e attività fisica.