Quegli “esperimenti” sui bambini…
di Bianca Cerri
http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=5980
Sembra che il neoliberismo e la cosiddetta “deregulation” non abbiano più rispetto per nulla, nemmeno per la vita umana. Persino i bambini sono divenuti un mezzo per arricchirsi velocemente, anche quando ne va della loro esistenza. Le corporazioni farmaceutiche se li palleggiano da una all’altra e si liberano di ogni responsabilità affidando la sperimentazione medica a ditte appaltatrici private. Naturalmente, i soggetti più ricercati sono i bambini provenienti da famiglie disagiate, che nessuno sorveglia e di cui nessuno si occupa.
A mettere in crisi queste forme estreme di sfruttamento ai danni dei bambini è stata una donna che si chiama Jacqueline Hoerger ed è un’infermiera specializzata nell’accudire minori ammalati.
Horger si è occupata frequentemente anche di bambini contagiati dal virus dell’HIV al momento della nascita ed aveva sempre sperato che la ricerca medica avrebbe un giorno potuto, se non guarire, almeno rallentare il decorso della patologia nei malati più giovani. Dal canto loro, gli esperti affermavano che l’ipotesi di poter bloccare il virus era plausibile a meno che il fisico di un piccolo paziente non fosse talmente indebolito da non consentire alcun intervento.
Purtroppo, i timori dei medici sono divenuti realtà per i piccoli ospiti di una Foster Home dello Stato di New York dove, invece di curarli, ci si serviva del loro disagio per sperimentare farmaci. Ai bambini, alcuni dei quali di soli tre mesi, venivano somministrati, naturalmente a loro insaputa, i cosiddetti “cocktails” allo scopo di osservarne le reazioni.
“In pratica”, ha detto Michael Elsner, presidente dell’Associazione Sanitaria per lo studio dell’AIDS, “facevano da cavie umane e venivano torturati, tanto da riportare anemia, eccesso di adipe nei tessuti, alterazioni della pelle e del fegato, ecc.”.
La signora Karen Alves era solo una bambina di dieci anni quando suo fratello Mark morì, nel 1961. Mark era stato diagnosticato come disabile mentale. La madre gli dedicava molte attenzioni e questo fece nascere dissapori tra i genitori di Mark, perché il padre accusava la moglie di trascurare le altre tre figlie. In effetti, Karen ricorda che la madre sapeva a volte essere molto dure con lei e con le sorelle. Mark era un bambino di soli sei anni quando gli infermieri avvertirono la sua famiglia che era morto.
Chris, Gail e Karen non pronunciarono più il suo nome ma, nel 1994, a Karen capitò per caso di leggere un articolo sulla sperimentazione a base di radiazioni. Scoprì che erano stati fatti test del genere nella contea di Sonoma tra il 1952 ed il 1960, anche se sin da subito i ricercatori avevano capito che non servivano a nulla. I fatti sono venuti alla luce dopo 40 anni. Gli “scienziati” si servivano dei bambini ritardati perché erano i soggetti più manipolabili. Al Sonoma State Hospital oggi negano ma fino a poco tempo fa i rapporti sugli esperimenti comparivano sul sito web dell’ospedale.
Non è stato facile per Karen Alves ottenere le cartelle mediche di Mark. Ma c’è riuscita ed ha appurato che, negli ultimi mesi di vita, il bambino fu costantemente afflitto da febbre altissima. I suoi occhi si erano gonfiati, come accade a chiunque venga esposto a radiazioni nocive. Senza che la famiglia ne fosse stata informata, alla morte di Mark i medici asportarono il suo cervello al fine di esaminarlo. Questo avvenne anche per tutti gli altri bambini deceduti durante la fase sperimentale. I bambini completamente abbandonati vennero sepolti in una fossa comune ma a Mark quest’ultimo oltraggio, almeno, è stato risparmiato.
Gli esperimenti avevano avuto inizio nel 1989 ma la verità è venuta a galla pochissimo tempo fa. Complice delle case farmaceutiche erano le amministrazioni delle case alloggio nelle quali venivano ospitati i piccoli contagiati ha HIV, di proprietà dell’Arcidiocesi di New York.
L’infermiera Hoerger si era accorta che i piccoli ospiti venivano considerati poco più che oggetti, ma non riusciva a credere che ciò potesse davvero avvenire in un Istituto specializzato nell’assistenza all’infanzia disagiata. Le Foster Homes sono case-alloggio dove, chi vuole, può richiedere l’affidamento temporaneo di un minore e le famiglie che decidono di farlo sanno già che dovranno occuparsi della somministrazione di particolari terapie.
Fu proprio questo ad insospettire l’infermiera, che si accorse di come sia i bambini assegnati a famiglie assegnatarie che quelli rimasti in istituto prendevano tutti gli stessi farmaci che, anziché migliorarne la salute, li facevano peggiorare sempre di più. Scioccata, Hoerger decise di assumersi la responsabilità di sospendere la somministrazione dei farmaci e di avvertire le famiglie che avevano avuto in affidamento un bambino di fare altrettanto.
Oltrettutto, era ormai sicura che si trattasse di test illegali, espressamente proibiti dall’articolo 45 del Codice Federale USA. I bambini, infatti, non possono essere sottoposti a sperimentazione medica e i medici che si prestano a tale pratica violano pesantemente la legge. La Glaxo, una Casa Farmaceutica che incamera miliardi si serviva disinvoltamente dei piccoli e sfortunati ospiti delle case d’accoglienza per l’infanzia rette dai cattolici. Dei test nessuno ha saputo mai nulla per anni ed anni. I bambini erano tutti figli di madri tossicomani o già decedute ed erano stati abbandonati da piccolissimi.
Finalmente, il giornale inglese “The Observer” riuscì ad entrare in possesso dei carteggi relativi agli esperimenti. I giornalisti scoprirono anche che i soggetti più “richiesti” erano i bambini nati da genitori afro americani o ispanici. Tutti avevano contratto hiv alla nascita. Negli Stati Uniti, la patria podestà di un bambino in stato di abbandono è affidata alle autorità, quindi non era necessario altro che il loro consenso.
Bastò il loro assenso a trasformare i piccoli in cavie umane.
Ora il consigliere Bill de Blasio ha presentato un’interrogazione chiedendo che vengano rivelati i nomi di coloro che consentirono agli esperimenti. Alcuni dei bambini, nel frattempo, sono morti. Uno aveva appena un anno ed è stato ucciso dall’accumulo di potenti sostanze tossiche nel suo organismo. La Glaxo si difende ammettendo gli esperimenti ma nega l’accanimento terapeutico. Non è facile credere a questa tesi visto che gli Stati Uniti hanno parecchie macchie nere nel loro passato per quanto riguarda i test medici.
E’ triste dirlo ma la maggior parte si è svolta con la piena approvazione della legge su soggetti adulti ma inconsapevoli allo scopo di verificare la risposta umana a determinate sostanze. Prima di morire per un tumore, David Horrobin, un medico che partecipò a molte sperimentazioni rivelò che i risultati erano stati disastrosi e che le persone venivano torturate inutilmente.
Un altro medico, Garth Nicholson, denuncia invece la sperimentazione sui militari, approvata dal Dipartimento della Difesa. I virus, d’altra parte li avevano fabbricati nei laboratori medici del Pentagono…
b.cerri@reporterassociati.org