mercoledì 18 maggio 2005

Cannes: le idee di Cronenberg sulla violenza

lagazzettadiparma.it 17 maggio 2005
IL REGISTA CANADESE PARLA DI «A HISTORY OF VIOLENCE»
«È la nostra natura a renderci violenti»

CANNES « La violenza sfortunatamente è un'inevitabile parte della condizione umana, non possiamo far finta che non ci sia nè mai giustificarla, ma fa parte della natura degli uomini, specie di questi tempi »: il regista canadese di culto, David Cronenberg, entra nel merito del suo A history of violence, il film con cui è per la terza volta in concorso al festival di Cannes (dopo Crash, premio speciale della giuria nel '96 e Spider nel 2001).
Prega, sin dal materiale distribuito alla stampa internazionale, di non svelare la trama del suo film e di scrivere al massimo quello che accade nei primi 15 minuti.
Come dice il titolo, la violenza abbonda, una violenza non esattamente psicologica ma molto plateale e realistica.
«Mi interessa pi ù il tono della storia che il tema dice Cronenberg per un regista la responsabilità sta nell'arte, nel tentare di fare il miglior film possibile, di sfruttare pienamente le potenzialità della sceneggiatura. La violenza è nelle cose, il suo impatto nella società e nella famiglia è sotto gli occhi di tutti, fa parte del nostro mondo, non passa giorno senza che giornali e tv non riportino episodi violenti. Inutile far finta di nulla, riguarda ogni aspetto della vita, dalla politica al sesso. Anzi aggiunge il regista, riferendosi ad una forte scena di stupro violenza e sesso sono come eggs and bacon, un'accoppiata perfetta: c'è una componente sessuale nella violenza e c'è una componente violenta nel sesso» . Che poi tutta questa violenza, sia presso il pubblico qualcosa di affascinante, attraente, «non mi sorprende, anche se io non ho fatto il film per compiacerlo» .
Quanto A history of violence ha a che fare con l'America di oggi? «Poco e molto insieme. Questo film per me è un tipico western americano, basato sulla mitologia dell'uomo che protegge se stesso e la propria famiglia, capace di reagire, difendersi farsi giustizia da solo.
E questo è un mito molto americano, ma la violenza, le conseguenze di certe azioni sono piuttosto universali. Ogni nazione ha le proprie storie violente, nessun paese è esente».
Cronenberg dice di aver trovato in Viggo Mortensen, che aveva conosciuto proprio a Cannes nel 2001 alla festa per il Signore degli anelli, l'interprete ideale, «capace di approfondire il personaggio, di avere cura maniacale per i dettagli ma anche quell'eccentricità necessaria al ruolo, dolce, sexy ma anche cattivo».