mercoledì 8 giugno 2005

furberia cattolica

La Stampa 8 Giugno 2005
IL CASO. IN UN’AZIENDA DI BARBANIA SPECIALIZZATA IN RECUPERO CREDITI
«Un’ora di salario extra se non andate a votare»
L’offerta di un imprenditore ai dipendenti
Gianni Giacomino

Un'ora di lavoro pagata extra ai dipendenti che diserteranno le urne per il referendum sulla fecondazione assistita. La «proposta indecente» è venuta in mente al cattolicissimo Antonio Scrimenti, proprietario della Mild, una società di Barbania, nel Canavese, specializzata nel recupero crediti.
«Anche se scatenerò un putiferio non importa, quello che ho proposto ai ragazzi è solo un invito, non voglio obbligare nessuno ad andare contro la sua volontà», precisa l’imprenditore canavesano. Contro lo spirito dell’articolo 48 della Costituzione, tuttavia, è pronto ad offrire a ciascun dipendente che rinunci ad esprimere il suo diritto-dovere, contribuendo a far mancare il quorum, la cifra di quindici euro netti in busta paga. Davvero una miseria, tra l’altro.
La trovata ha lasciato un po' perplessi alcuni dei 35 dipendenti, quasi tutte ragazze giovani, tra i 23 e i 26 anni, ma nessuno pare averla giudicata davvero inoffensiva, né è chiaro quanti la prenderanno davvero in considerazione: «Se voterò o no è una questione privata, e poi uno potrebbe anche dire di non avere espresso la sua preferenza e poi aver aderito al sì», è il commento all'unisono. Infatti. Ma sembra che l'argomento sia davvero da considerarsi una faccenda intima, da non discutere, tra una telefonata e l'altra, davanti al video di un computer o alla macchinetta del caffè. C'è imbarazzo tra i lavoratori a esprimere le proprie opinioni in merito ai quattro quesiti referendari, a parlare di embrioni, di procreazione assistita medicalmente, di salute della donna, di ricerca.
Nessuno sposa appieno la proposta del datore di lavoro, ma nessuno la boccia. D'altronde le ragazze e i tecnici sanno bene di lavorare in un posto al confine tra l'ufficio e la sacrestia. A cominciare dal nome Mild che significa Maria Immacolata Loda Dio, dal crocifisso in legno sistemato vicino al computer di Antonio Scrimenti, al poster della Gioventù Mariana che ricorda come il 2005 è l'anno dell'Eucarestia. «Beh, ogni tanto viene qui anche un sacerdote missionario che confessa tutti i dipendenti», ammette Scrimenti.
«Indipendentemente dal premio non dichiarerò mai se ho votato o no - dice Pierpaolo Albanesi, il responsabile dei sistemi informativi della Mild -. Domenica farò quello che mi dice la coscienza». Poi il lavoro riprende regolarmente in questo bunker sotterraneo immerso nelle campagne di Vignali di Barbania dove nessuno direbbe che sottoterra, coperto da un parco di 17 mila metri quadrati con piscina, c'è un gruppo di ragazze che recupera crediti di banche, finanziarie e società di telecomunicazioni a livello internazionale.


La Stampa 8 Giugno 2005
«Un modo per aiutare le persone a riflettere»

«Lo ripeto, la mia è solo una provocazione, poi uno può agire come vuole e come gli sembra più opportuno. Però, ritengo che regalare un'ora di lavoro ai dipendenti possa far riflettere sulle ragioni per le quali riteniamo così importante non andare a votare domenica prossima».
Antonio Scrimenti, 43 anni, sposato, padre di tre figli al timone di un'azienda che nel giro di quattro anni ha incrementato il profitto del 900 per cento e che nel futuro prossimo vorrebbe addirittura offrire un impiego a tempo indeterminato ad un centinaio di persone, non ha dubbi: l'astensione è la scelta giusta.
Offrire quindici euro... non le sembra un tantino avvilente, se si parla di scelte così importanti?
«Chi dovesse aderire alla provocazione non andando a votare solo per questo piccolo profitto farà inconsapevolmente la scelta giusta».
Non le sembra di esagerare?
«La mia vuole essere una provocazione, in perfetto accordo con le Acli. Mi spiego. Secondo me esiste la necessità di far pensare che il rapporto tra etica e vita non è nato come un problema accademico, ma, è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità insieme allo sviluppo delle conoscenze scientifiche e delle loro applicazioni alla vita».
Infatti, ognuno è libero di scegliere senza essere influenzato dal suo datore di lavoro o no?
«Certo, ma secondo me l'argomento della fecondazione assistita coinvolge in maniera prepotente i processi del nascere e del morire e, proprio per questo, non lo si può affrontare mediante un referendum».
E perché mai?
«Perché il referendum è uno strumento per sua natura semplificatorio, per questo io mi astengo dalle discussioni e dal confronto ed ho invitato a fare scelte che, secondo me, sono in favore della vita».
E tutte le personalità, tra cui medici e scienziati, che si sono apertamente schierate per il si?
«Sono punti di vista differenti dal nostro».

La Stampa 8 Giugno 2005
«Pressioni inaccettabili
, è un fatto gravissimo»
Marco Accossato

«Questa vicenda è la cartina di tornasole evidente che sul referendum per la procreazione assistita lo scontro non è più nel segreto dell’urna, ma tra chi andrà e chi non andrà a votare».
Bruno Mellano, segretario dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, commenta così l’incredibile vicenda della Mild di Barbania.
«Un fatto gravissimo - dice Mellano -. Se si trattasse di un pubblico ufficiale, probabilmente il titolare di quell’azienda subirebbe una punizione. Se è legittimo astenersi, non è accettabile che ci siano pressioni di alcun tipo, anche perché l’astensione è un modo per controllare il voto».
La sua posizione è diametralmente opposta, sul tema del voto..
«Certo. Questo referendum è un’occasione per difendere i diritti conquistati».
Diritti di chi?
«La legge attuale è in contraddizione con tutto l’ordinamento giuridico italiano nel momento in cui riconosce a un ovulo fecondato o a un embrione gli stessi diritti dell’essere umano. E’ in piena contraddizione anche con la legge sull’aborto, ed è oltretutto la prima legge che dice a un medico come deve comportarsi anche quando ci sono possibilità alternative di cura. La legge 40 toglie la libertà alla scienza per indicare la strada più opportuna».
Anche la Chiesa è intervenuta, da Papa Benedetto XVI a molti parroci, per sostenere una posizione precisa.
«Mi chiedo con che spirito entreranno in chiesa quei cristiani che, domenica o lunedì, andranno a votare. Sappiamo che nelle parrocchie c’è stata una forte campagna, il che fa riflettere in fatto di controllo sociale. In alcune chiese, dal pulpito, sono state pronunciate parole quasi da scomunica a favore dell’astensione».
Come risponde?
«Intanto ho chiesto al prefetto di attivarsi perché, come il governo ha già fatto in passato, sia inviato a tutti gli italiani un Sms che ricorda i giorni e le ore in cui le urne sono aperte. Ripeto: domenica e lunedì si va a votare per salvare i diritti conquistati. E’ un’opportunità essenziale».