venerdì 8 luglio 2005

Neanderthal

Corriere della Sera 7 luglio 2005
Nuove indagini sui pochi frammenti disponibili
Nel Dna il mistero dell'uomo di Neanderthal
La popolazione che aveva abitato l'Europa e poi si è estinta: una ricerca cercherà di scoprire come e perchè è accaduto
Franco Carlini

L'uomo di Neanderthal continua ad affascinarci e a rappresentare un mistero irrisolto. Forse l'analisi completa del suo Dna potrà svelarlo. Questa popolazione visse in Europa tra 130 mila e 30 mila anni fa e poi scomparve, soppiantata da noi, Homo sapiens. Ma per un lungo periodo di tempo le due specie abitarono gli stessi luoghi ed erano comunque assai simili. Possibile, si chiedono gli studiosi, che non si siano mai accoppiati, dando luogo a una prole ibrida?

Ora un gruppo di studiosi tedeschi, del Max-Planck Institute cercherà di scoprirlo, studiando l'intero genoma di Neanderthal e non già dei singoli e limitati frammenti. La ricerca verrà condotta da una squadra di studiosi del laboratorio di Antropologia Evolutiva di Lipsia, con la partecipazione di esperti americani del Lawrence Berkeley National Laboratory. Si tratta di partire dai pochi frammenti disponibili, estrarne il Dna, per quanto deteriorato, e procedere a una mappatura dei geni, il più possibile completa. Qualche sondaggio genetico del genere era già stato condotto anni fa, a partire da fossili provenienti dal sito di Vindija in Croazia. Allora era emerso che l'intera popolazione dei Neanderthal era "figlia" di un gruppo ristretto originario e non si era mescolata con sapiens. Gli studiosi, tra cui Svante Paabo, forse il maggior esperto mondiale di Dna fossile avevano verificato che non risultavano indizi di mescolamento genetico con H. sapiens, ma erano solo risultati preliminari, che ora verranno riletti, facendo tesoro delle tecniche automatiche di analisi del Dna messe a punto durante il progetto Genoma Umano.

L'uomo di Neanderthal, il cui nome deriva dall'omonima località vicino a Dusseldorf dove vennero trovati i primi fossili, nel 1856, per lungo tempo è stato considerato più primitivo di noi, rozzo e forse persino non capace di linguaggio articolato. Più recentemente, sulla base di più accurate analisi dei resti degli insediamenti, esso è stato almeno in parte riabilitato come piuttosto intelligente e evoluto, il che rende ancora più fitto il mistero della sua scomparsa.

Corriere della Sera 8.7.05
Quanto ci somiglia l’uomo di Neanderthal? Lo dirà il Dna
Massimo Spampani

Parenti o no? Sembrava accertato che l’uomo di Neanderthal e l’Homo sapiens sapiens (cioè noi) non avessero legami di parentela. Ora però un gruppo di scienziati tedeschi e americani, al dipartimento di Evoluzione antropologica dell’Istituto Max Planck di Lipsia, hanno intrapreso una ricerca che riapre il caso. Partendo da una sua proteina ossea, tenteranno la ricostruzione del profilo genetico del più antico umano abitatore dell’Europa. E, visto che il genoma umano da qualche tempo è completamente noto, il confronto genetico permetterà di fissare una volta per tutte il grado di parentela tra le due specie di uomo. L’uomo di Neanderthal visse in Europa tra i 130 e i 30 mila anni fa, poi le sue tracce scomparvero. Ma per un lungo periodo condivise gli stessi territori con l’Homo sapiens. E il dubbio che qualche scambio genetico tra le due specie possa esserci stato ancora persiste. Il più vasto studio mai realizzato fino ad oggi in materia, diretto da Katerina Harvati della New York University, aveva messo a confronto i crani di Neanderthal con quello di Homo sapiens e di una serie di altri primati, tra cui gorilla e scimpanzé. Dal confronto era apparso che, almeno in alcuni casi, ci sono più differenze tra il nostro cranio e quello di Neanderthal di quelle riscontrate tra noi e altri primati non umani. Conclusione: la possibilità che Neanderthal e Sapiens fossero parenti andava senz’altro rifiutata.
Una convinzione che presto potrebbe essere messa in discussione. Secondo quanto riferisce il settimanale Die Zeit, prima gli scienziati isoleranno frammenti genetici delle ossa dell’antico antenato dell’uomo, quindi tenteranno di risalire al suo patrimonio genetico completo.