mercoledì 10 settembre 2003

La Stampa

La Stampa 10 Settembre 2003
DOPO IL FESTIVAL DI VENEZIA
Il cinema torna a respirare
di Edoardo Bruno

VENEZIA ha confermato la ripresa del cinema italiano con «Il ritorno di Cagliostro», «Dreamers» e «Buongiorno notte». Assieme a «La Meglio gioventù» di Marco Tullio Giordana finalmente si sente di nuovo il respiro, l’imprevedibile regolarità di un cinema destinato a parlare e a «estendere lo sguardo in lontananza», nella accezione indicata da Montesquieu che esaltava lo sguardo come ideale di nitidezza legato alla ragione. Nelle parole di un filosofo che ha vissuto gli ultimi anni della sua esistenza in una cecità quasi assoluta, sentiamo il richiamo alla essenza stessa di una visione, come quella del cinema, che fa del buio il suo habitat naturale in cui si potenzia, tra memoria e utopia, la forza emotiva di una espressività.
Non a caso l’impegno politico che ha segnato le stagioni migliori del nostro neorealismo si ritrova nei film di punta della selezione italiana. (...)
Ma è la cisti introdotta da Bellocchio in «Buongiorno Notte» nello spessore del vetro che chiude il segreto dell'assassinio di Moro a supportare la fantasia e la finzione. Lo sguardo osserva il non visto, la preparazione geometrica dell’appartamento, le porte, le librerie e il trasporto, dopo il sequestro di Moro dentro una cassa, e immagina il non pensato del dubbio e della intransigenza di un gesto cui non è più possibile sottrarsi.(...)
Finalmente di nuovo il cinema si stringe all’utopia, rilegge la storia con le immagini di Vertov e di Rossellini come ipotesi di una epica cinematografica che va oltre l’enunciato, elemento di speranza nel buio che attraversiamo.