mercoledì 10 settembre 2003

Liberazione: una lettera al giornale di Maria Fida Moro

Liberazione 10.9.03
"Buongiorno notte"
Quando finirà l'agonia di Moro?

Caro direttore, alcune brevi riflessioni a margine del film di Marco Bellocchio. Quando, a ragion di logica, dovrebbe terminare l'agonia di Aldo Moro e con la sua la nostra? Sono passati 25 anni ed ancora l'unico modo di nominare questa persona buona e mite è riassaporare i 55 malefici giorni coronati da una morte atroce quanto ingiusta. E' violenza pura nei confronti di quanti erano veramente legati a lui da profondo affetto. In questa maniera è impossibile metabolizzare il dolore perché c'è sempre qualcosa o qualcuno che ti ricorderà quell'agonia e quella morte. E non mi si venga a dire che si tratta di libertà di espressione perché non è così. Anche per le sconvolgenti immagini del corpo di mio padre sul tavolo dell'obitorio si è invocata la libertà. Ma quale libertà quella in nome della quale sono morti in tanti o quella di uccidere, vituperare, approfittarsi dei vinti, cancellare con la violenza ogni speranza e perfino la pietà? Dico - e ci credo profondamente - che un conto è ricordare una persona pubblica nella sfera pubblica un altro conto è far passare proprie illazioni per fatti reali, ricostruire un'intimità che non si conosce e non si conoscerà mai. Tutti hanno la facoltà di scrivere libri, fare film, pronunciare parole, costruire itinerari della memoria, ma ribadisco che - a mio avviso - non ne avrebbero il diritto. Non mi importa che sia bella e ben fatta l'opera che ne deriva se invade la sfera intima, privata, confidenziale non è più un'azione giusta. E poi c'è un certo gusto del macabro che accompagna da sempre questa vicenda cioè un abominio insanabile nella storia del nostro paese, una macchia di sangue incancellabile perché totalmente ingiusta. Il sangue innocente non si lava con le lacrime e con i films, ma unicamente attraverso l'amore e dove, santo cielo, si è nascosto l'amore?!