il manifesto 11.9.04
RELIGIONI
La spada nel nome di dio
Pace e guerra Tutte le fedi predicano la pace. Ma poi nel loro nome si combatte
FILIPPO GENTILONI
Le religioni del mondo in prima pagina, come non mai. Ma anche, come non mai, inutili se non addirittura dannose. Un discorso che certamente non è nuovo, ma che le tragedie di oggi ripropongono con amarezza. Dai palazzi delle religioni e dai loro portavoce si ripetono dichiarazioni, convegni, dibattiti, colloqui: tutti confermano le intenzioni di dialogo e di pace, tutti ripetono che i radicalismi pericolosi sono piccole eccezioni, deviazioni di poco conto. Ma intanto i conflitti e le tragedie, anche le più sanguinose, si ripetono e spesso coinvolgono, in un modo o nell'altro, il rispettivo dio. Pregato, invocato, spesso proprio a giustificare, legittimare, se non addirittura premiare chi spara e uccide. E' una storia antica. Ne parlavano già i nostri libri di scuola quando raccontavano la guerra di Troia, le crociate o, vicino a noi, la stragi recenti, come quella degli armeni. Poi sono venuti i secoli della modernità, e, con essa, della laicità. Si è avuta l'impressione che le religioni, anche se non scomparse, avessero dovuto fare un passo indietro. Che si fossero ritirate nelle loro sacrestie, con beneficio di tutti, anche di loro stesse.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»