giovedì 2 dicembre 2004

neuroscienze americane
scoperto il perché delle allucinazioni...?

La Repubblica Salute 2.12.04
Allucinazioni e ritmi nervosi

LE CELLULE nel cervello deputate al controllo dello scambio di informazioni con l'ambiente circostante, quindi alla formazione delle cosiddette "impressioni mentali" sono meno attive nei malati di schizofrenia. Questo almeno è quello che ha potuto osservare uno studio americano coordinato da Robert Mccarley dell'Harvard Medical School e pubblicato sull'ultimo numero di "Proceedings of the National Academy of Sciences", la rivista ufficiale dell'Accademia nazionale delle scienze Usa.
Secondo i ricercatori sarebbe questa diminuita attività neurofisiologica quello che spiega il formarsi delle allucinazioni e il pensiero sconnesso che affligge i soggetti sofferenti di schizofrenia.
L'esperimento è stato condotto su un campione di 20 pazienti (confrontato con 20 individui sani) sottoposti a un questionario basato sull'osservazione di alcune immagini mentre sul loro cervello veniva effettuato un elettroencefalogramma che registrava continuamente l'attività cerebrale. E' stata cosi rilevata una corrispondenza abbastanza significativa tra la frequenza con cui oscilla in modo sincrono l'attività dei neuroni del cervello e il tempo di reazione del soggetto.
Gli schizofrenici hanno una frequenza di oscillazione neuronica e tempi di reazioni più bassi rispetto agli individui sani.
Il team di ricercatori ha anche scoperto che i neuroni caratterizzati da una frequenza di oscillazione più bassa davano i sintomi clinici peggiori nel soggetto, incluso le allucinazioni appunto.
Ciò suggerisce che una scarsa sincronia neurale tra le diverse parti del cervello porta a percezioni disordinate tipiche degli schizofrenici. Le "oscillazioni" neurali sono localizzate nell'area visiva, zona occipitale del cervello ecco perché, spiegano i ricercatori, gli schizofrenici hanno le allucinazioni visive. Lo studio quindi collega le disfunzioni dei circuiti neurali alla schizofrenia e dimostrerebbe la possibilità di diagnosticarla attraverso un'esame encefalografico sulla frequenza di oscillazione dei neuroni nella zona dell'occipite. (s. j. s.)