giovedì 2 dicembre 2004

Renato Caccioppoli

Liberazione 2.12.2004
Un libro sul matematico napoletano
IL FASCINO DI CACCIOPPOLI
di Tonino Bucci

Nipote dell'anarchico Bakunin, bambino prodigio, geniale matematico, raffinato artista, uomo di cultura, musicista, eccentrico, protagonista di aneddoti più o meno corroborati da prove storiche, compagno di strada del Pci napoletano. Ci sono tutti gli ingredienti per ricomporre il ritratto di una personalità carismatica e affascinante nel caso di Renato Caccioppoli, reso celebre al grande pubblico da un film di Mario Martone del 1992, "Morte di un matematico napoletano", e ora, nell'anno del centenario della nascita, riproposto nelle librerie da un volume di Roberto Gramiccia (Editori Riuniti, pref. di Abdon Alinovi, pp. 200, euro 12,00).
Probabilmente è proprio la ricchezza del profilo dell'uomo ad affrancare chiunque si cimenti nella sua biografia dall'obbligo di limitarsi al Caccioppoli matematico. Non che manchi il materiale per una ricostruzione scientifica del suo pensiero: a chi fosse provvisto della necessaria volontà si offrirebbe il vasto, non occorrerebbe far altro che affrontare il corpo delle originali ricerche sulla teoria delle funzioni di variabili reali e sull'analisi funzionale (prese in esame in due appendici finali di Ennio De Giorgi e Carlo Sbordone). Sarebbe perciò un errore di distorsione ottica far prevalere gli aspetti eccentrici del personaggio di Caccioppoli a discapito della produzione matematica, oscurandone il profilo di scienziato.
Il libro di Gramiccia - un non specialista delle matematiche, equamente diviso tra la professione di medito e l'interesse della critica d'arte, esercitata sulle pagine di "Liberazione" - non cade nelle due opposte tentazioni: l'una, quella di enfatizzare il racconto aneddotico di un viveur strambo come Caccioppoli (che fu, tra l'altro, anche un personaggio tragico, come dimostra la morte per suicidio); l'altra, quella di rinunciare alla biografia esistenziale a vantaggio dell'aspetto scientifico-matematico. Né l'uno né l'altro, il risultato è una scrittura che si mantiene a metà strada, semmai sempre orientata a interrogarsi su come fosse possibile questo binomio di dionisiaco e apollineo, di indole artistica e spirito scientifico, di intuizione e sistematicità all'interno di un'unica personalità. "Sono rimasto folgorato - spiega lo stesso autore - dalla genialità e multiformità del suo carattere. Era un periodo della mia vita in cui sempre più frequentemente mi capitava di riflettere, a partire dall'esperienza della mia professione di medico, sulle insidie della cultura tecnocratica divisa in blocchi di pensiero specialistici e non comunicanti. E' facile intuire quanto potesse felicemente sorprendermi in quel momento la figura del matematico napoletano".
Chi si aspetta un'opera scientifica, un saggio tradizionale, resterà deluso. E' un Caccioppoli visto soprattutto come una mente esuberante, anarcoide, sempre oltre i confini degli specialismi quello che emerge dalla lettura del libro - un Caccioppoli quasi adulato, al di là persino del personaggio storico, come una sorta di modello, di figura idealtipica al cui potere fascinatorio e seducente l'autore non si sottrae.
Qualunque sia l'aspetto biografico indagato - l'insegnamento universitario, l'arte, la politica, le donne, gli amici - il lettore avvertirà nelle parole l'irrompere di un sentimento di identificazione con questa personalità niente affatto scontata, elevata a maestro del disordine.
"Il disordine è contro la stagnazione. E' democratico, antidogmatico, antidispotico. E' un vaccino contro le milizie e le tirannidi. E' affine al riso e all'ironia. E, finalmente, alla disobbedienza. E' dionisiaco, libero e giustamente pericoloso". Ma la fascinazione non si ferma agli aspetti caratteriali, si estende anche alle suggestioni intellettuali. Quasi per associazione libera dell'autore al nome di Caccioppoli si legano filosofi, pensatori e letterati che con il matematico napoletano non hanno avuto alcun contatto reale. Su questo piano di affinità simboliche scorrono, nella terza parte del volume, i nomi di Paul K. Feyerabend, Cesare Pavese, Giordano Bruno, Evariste Galois e Arthur Rimbaud.
Di aneddoti la vita di Caccioppoli - dalla nascita a Napoli nel 1904 sino al suicidio, il 9 maggio 1959, con un colpo esploso da una Beretta - è piena. C'è il gesto individuale di ribellione nella città visitata da Hitler nel '38, quando intona la "Marsigliese" in un ristorante, che gli costerà il ricovero in manicomio. C'è la maniera del tutto originale di vivere la politica, come quella volta in cui, al posto di un comizio sulla pace, si mise a suonare il pianoforte indispettendo i dirigenti del Pci. Ma c'è anche l'epilogo tragico del suicidio del quale "non è permesso a nessuno liquidarne la solennità e il mistero con spiegazioni accattone e miserabili".