giovedì 2 dicembre 2004

teorie sulla depressione...

Repubblica edizioe di Torino 2.12.04
Lo psichiatra Crosignani: in questi casi si decide di scegliere la morte anche per chi si ama di più
"Il gesto di una depressione senza confini"
L´intervista
L'analisi. Questa è una malattia, grave però curabile. Nasconderla è pericoloso
di MARCO TRABUCCO

Annibale Crosignani è uno dei più noti psichiatri torinesi. Per anni primario alle Molinette, ha una lunga esperienza di casi di depressione.
Professore cosa spinge una madre a uccidere la propria figlia e poi a tentare il suicidio come è accaduto ieri a Volpiano?
«Sulla base dei dati finora noti, la tragedia di Volpiano sembra un caso classico di una donna che agisce in questo modo perché soffre di una grave forma di depressione. Che è, non bisogna stancarsi di ripeterlo, una malattia terribile che dà dolore e sofferenze indicibili, quel "dolore morale" che è molto più forte di qualsiasi sofferenza fisica».
Che tipo di dolore?
«La persona depressa vede davanti a sé solo buio. Non vede spiragli di luce ed è convinta che questa non sia una malattia, ma un modo di essere, una condizione esistenziale. In più vive questa situazione con forti sensi di colpa. Da qui l'idea del suicidio come unica possibile via di uscita. E nel suo delirio di annientamento il depresso coinvolge nel suo dolore anche le persone più care e ritiene quindi sia giusto togliere la vita anche a loro per sottrarle a questa situazione terribile. Per questo in genere prima uccide e poi si suicida. I casi di madri con bambini piccoli sono i più frequenti perché il legame simbiotico che si crea è fortissimo».
La depressione è una malattia gravissima. Ma si può intuirne l´insorgere, ha sintomi evidenti?
«La depressione endogena è una malattia gravissima che non dipende da fattori esterni, ma dal malfunzionamento di meccanismi cellulari. È una malattia genetica, tra le malattie psichiatriche è quella in cui più ci sono casi di ereditarietà. E dà sintomi, non sempre facili da captare, anche perché il soggetto se ne vergogna e tende a nasconderli. Ma che, per chi vive con il depresso sono visibili».
Quali?
«Sintomi precoci sono l'insorgere dell'insonnia, magari lieve: ma il soggetto non riesce più a dormire come prima. Poi insorge una disattenzione, disaffezione verso le attività che la persona fino a poco tempo prima svolgeva con entusiasmo, con amore. Viene a mancare lo slancio vitale, il soggetto non vede più le cose come prima, rallenta il suo ritmo di attività. È un processo lento che può andare avanti quindici giorni, un mese e che l'interessato cerca di nascondere. Ma se si osserva lentamente si capisce».
La depressione grave è curabile?
«Assolutamente sì. La si cura con psicofarmaci e con una opportuna terapia psicologica di sostegno. E si guarisce. È vero che ha un andamento ciclico, ma se il malato supera la crisi, ricomincia a vedere la vita con positività e riesce e riprendere la vita normale. Purtroppo in molti casi non viene riconosciuta, dai familiari, ma anche dai medici: perché la parola depressione è troppo comune, è vissuta come un fatto normale. Tutti siamo un po´ depressi. Ma qui si parla di un'altra cosa, lo ripeto, di una malattia. Vera, grave e curabile».