martedì 11 gennaio 2005

crimini cattolici
la documentazione sulla Inquisizione

...ma è già stata censurata dai preti!

Repubblica, cronaca di Napoli 11.1.05

L'INVENTARIO DELL'INQUISIZIONE NAPOLETANA
Pierroberto Scaramella


Nella Facoltà di Teologia in viale Colli Aminei è stato ieri presentato il primo volume di inventario dei documenti conservati nel Fondo Sant'Ufficio (Inquisizione) dell'Archivio storico diocesano di Napoli. Il volume, curato da Giovanni Romeo, professore di Storia moderna all'Università Federico II, è stato presentato - alla presenza del cardinale Michele Giordano che ne ha scritto la prefazione - dal professor Mario Del Treppo, emerito della Federico II, e dal dottor Johan Ickx, olandese, archivista della Congregazione per la Dottrina della Fede, presieduta dal cardinale Joseph Ratzinger, dove sono gli archivi centrali della Inquisizione romana. Ha moderato il professor Ugo Dovere, docente di Storia della Chiesa all'Università Suor Orsola Benincasa.
L'apertura, nel 1998, dell'archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede, ex Sant'Ufficio, ha prodotto, in questi ultimi anni, un notevole numero di studi dedicati al funzionamento dei tribunali della Congregazione della Santa Romana Inquisizione. Sin da subito, però, gli studiosi si sono accorti delle pesantissime perdite subite dall'archivio, a cominciare dalla mancanza quasi totale di atti processuali. Sono proprio queste lacune a rendere oggi ancor più importante la pubblicazione della prima parte del corposo inventario delle carte inquisitoriali napoletane, contenuto in un numero unico della rivista Campania Sacra. In corso di elaborazione è il secondo volume, che abbraccerà dalla metà del Seicento alla metà del Settecento.
Romeo è uno dei più autorevoli studiosi dell'Inquisizione romana. I suoi studi, dal più volte ristampato "Inquisitori, esorcisti e streghe nell'Italia della Controriforma" al recente "L'Inquisizione nell´Italia moderna", sono un punto di riferimento obbligato per la comunità scientifica. Il fondo napoletano si presenta oggi, grazie a questo inventario, come la più importante fonte locale per lo studio del funzionamento e delle attività dei tribunali di fede in Italia. Sono finora circa 3000 atti processuali. Uno dei vantaggi dei criteri adottati dal curatore è la precisa identificazione della natura dei singoli procedimenti (divisi tra processi formali, processi sommari, denunce e inchieste), dei delitti perseguiti e delle persone finite nel mirino degli inquisitori. Un fittissimo indice dei nomi permette inoltre incroci rapidi e comodi con altre fonti. Le cause più antiche concernono le emergenze antiereticali. A esse si deve aggiungere una massa documentaria imponente. Si va dalla repressione della stregoneria e delle pratiche magico-diaboliche alla lotta contro le superstizioni, dai processi contro i giudaizzanti e gli apostati all'Islam (i rinnegati) al controllo dei libri e delle immagini proibite, dalla sollicitatio ad turpia (l'adescamento delle donne in confessione) alla simulazione di santità, dai processi per bigamia alle verifiche sull'ortodossia degli stranieri che vivevano o capitavano a Napoli.