martedì 11 gennaio 2005

santi e demoni

La Stampa 11.1.05
UN LIBRO AL GIORNO
Quando il demonio scherza con i santi
di Lorenzo Mondo


SANTI posseduti dal Demonio? I fenomeni inspiegabili di cui sarebbe stato oggetto Padre Pio da Pietrelcina e che egli attribuiva ad «aggressioni» diaboliche, hanno riportato l'attenzione su una lunga, secolare casistica. Su questa si è esercitata l'ironia degli spiriti volteriani ma anche la prudenza della Chiesa che, pur ammettendo la veridicità di certe esperienze, si è ben guardata dall'enfatizzarle. Marco Tosatti, vaticanista di lungo corso alla Stampa si è interessato alla materia, fortemente indiziata di parentela con la patologia, assumendo un atteggiamento scevro da pregiudizi creduli o scientisti. Certo è più facile accedervi a chi sia persuaso che esiste nel mondo un attivo principio del male. Ma resta il fatto che una disamina rigorosa, proprio mentre dimostra la rarità di eventi eccezionali riferibili al demoniaco, sembra dimostrarne nello stesso tempo l'esistenza. Ci sono figure straordinarie per elevatezza spirituale che affermano di essere state sottoposte alle più crudeli vessazioni fisiche e morali. Attraverso tentazioni, ossessioni e possessioni che si esprimono con il crudo linguaggio del blasfemo e dell'osceno. Fino a incorrere in accuse di stregoneria, a disperare della propria salvezza, a sfiorare il suicidio. Questi supplizi sarebbero stati provocati da potenze malefiche insofferenti delle loro virtù, e permessi da Dio per saggiarne la perfezione. E' la spiegazione che si è cercato di dare a fatti che restano misteriosi, non soltanto nelle abnormi manifestazioni esteriori, ma nel loro vero significato.
Nel suo libro Tosatti, dopo un inquadramento storico e teologico, si limita a toccare di passata i personaggi più illustri, da Santa Teresa d'Avila a Maria Maddalena de' Pazzi, a Giuseppe da Copertino, al Curato d'Ars. Concentra invece il suo racconto su tre santi pressochè sconosciuti, attingendo alle testimonianze, di per sè vivacissime, di «vite», diari, lettere, resoconti di confessori. Sono vicende che si svolgono nel Duecento, nel Quattrocento e nell'Ottocento. La beata Cristina di Stommeln, una «beghina» tedesca, ebbe in sorte di essere bersagliata da innominabili sozzure, quasi per sporcarne l'anima. Di lei si occuparono con diverso contegno - tra l'ammirazione e lo scetticismo - Huysmans e Renan. Eustochio da Padova fu generata da una monaca. Affidata in tenera età al convento della madre, sembrò espiarne le colpe con le pratiche ascetiche e la lotta contro i raggiri diabolici. Un agiografo racconta che «arrivò persino a tenersi caro il suo demonio, e a temere di perderlo solamente perchè serviva a tenerla più umile». Mariam Baouardy, nata nella Palestina dell'Impero ottomano, diventò suora carmelitana e fondatrice di monasteri fin nell'India. La «piccola santa araba», che opponeva agli assalti del Maligno visioni paradisiache, è stata canonizzata da Giovanni Paolo II. Tre storie che, senza indulgere a toni da «legenda aurea», vengono proposte alla riflessione, a incrinare la fede positivista che per oltre dieci secoli tutti, ma proprio tutti i posseduti «si siano messi d'accordo, da tutti i punti del mondo, per ammettere le stesse manifestazioni diaboliche, raccontarle e presentarle come vere».