venerdì 4 febbraio 2005

origini del Logos occidentale
Mario Vegetti a Rimini

Corriere della Romagna 4.2.05
Caos e cosmo fra Esiodo e Platone All’origine del sapere occidentale


Caos e cosmo fra Esiodo e Platone è il titolo della conferenza inaugurale del settimo ciclo delle Meditazioni riminesi che si aprirà questa sera alle 21 al Teatro degli Atti, con un intervento di Mario Vegetti, docente di storia della filosofia presso l’Università di Pavia, preceduto da una lettura di brani tratti dalla Teogonia di Esiodo, con le voci narranti di Pietro Conversano e Lucia Ferrati accompagnate alle percussioni e clarinetto da Ivan Gambini. La Teogonia di Esiodo e il Timeo di Platone sono due grandi narrazioni, poetica la prima, filosofica la seconda, di un’impresa eroica: la vittoria dell’ordine sul Caos delle origini, la formazione di un cosmo retto dal buon governo di Zeus e della ragione. Ma né l’una né l’altra possono considerare definitiva questa vittoria. Il Caos permane, ai margini del cosmo, e costituisce la minaccia insopprimibile e permanente di un ritorno al disordine, di un collasso della civilizzazione. C’è però anche un aspetto positivo in questo permanere del caos originario: l’impegno a considerare l’ordine non come un fatto acquisito una volta per tutte, ma come un compito che si ripropone sempre di nuovo. Nella Teogonia, Esiodo, lo scrittore più antico di cui si abbiano notizie storiche, tenta di organizzare sistematicamente la materia mitologico-­religiosa che nell’opera omerica appariva confusa e frammentaria. Esiodo così prospetta in termini sequenziali un prima (epoca in cui a dominare era la Dea madre terra) e un dopo, in cui la divinità più importante è Zeus, Dio maschio garante della giustizia. Dal caos nacquero Gea dall’ampio petto, prima di tutto, Eros, Erebo, Notte. Dalla notte nacquero i suoi contrari, L’Etere luminoso e il Giorno. Da Gea nacque Urano, il cielo, i monti, il mare. Quindi Eros diede origine al ciclo degli accoppiamenti e delle generazioni. Le nozze fra Gea (la terra) e Urano (il cielo) generano i Titani fra cui anche Crono che spodesterà il padre Urano. Gea non potendo più sopportare che Urano tutti i figli nascondeva, e non li lasciava venire alla luce, nel seno di Gea, spinse Crono a tagliare con una scure i genitali del padre. Crono prese quindi il posto del padre e unendosi a Rea, generò molti figli che inghiottiva appena nati, temendo di essere detronizzato come egli stesso aveva fatto con Urano. Rea, addolorata, decise finalmente di ingannare Crono e dopo avere partorito, al posto del figlio appena nato, diede a Crono una pietra che egli divorò. Il piccolo, che era Zeus, venne nascosto in una grotta del monte Ida con la complicità di Gea. Divenuto adulto costrinse il padre a rigettare tutti i figli che aveva divorato. Fra loro c’era Ade a cui Zeus attribuì il dominio degli inferi e Poseidone che divenne signore del mare. Zeus quindi impose il suo dominio sul mondo, destinato a durare in eterno. Il regno di Zeus non fu senza difficoltà. Dovette infatti lottare contro i Titani, vecchie divinità che cercavano di respingere l’universo verso il suo selvaggio passato spodestando il dio giovane e giusto. Con l’aiuto dei Ciclopi e dei Centimani, Zeus ebbe la meglio sui Titani e fissò per sempre l’ordine dell’Universo. Il re degli dei contrasse una serie di matrimoni da cui nacquero le maggiori divinità olimpiche. Mario Vegetti insegna storia della filosofia presso l’Università di Pavia. È stato Direttore del Dipartimento di Filosofia ed è attualmente membro del Comitato scientifico della Scuola avanzata di formazione integrata. Ha dedicato i suoi studi prevalentemente agli aspetti scientifico-­epistemologici ed etico­politici del pensiero antico. È membro del comitato scientifico delle riviste “Iride” e “Paradigmi”. Ha organizzato presso l’Università di Pavia numerosi convegni internazionali, fra i quali quelli sulla scienza ellenistica (1982), sulle opere psicologiche di Galeno (1986), sulla tradizione della Repubblica di Platone nel pensiero antico (1997­1998) e nella tradizione medievale e umanistica (2000), curando la pubblicazione dei relativi atti. Ha tradotto e commentato opere di Ippocrate, Aristotele e Galeno. Ha diretto un’opera collettiva in tre volumi dal titolo Introduzione alle culture antiche (Torino, Boringhieri) e curato la traduzione e il commento della Repubblica di Platone, di cui sono stati finora pubblicati i primi quattro volumi (Napoli, Bibliopolis) .