mercoledì 4 maggio 2005

Bertinotti sulla sentenza su Piazza Fontana

Liberazione 4.5.05
Fausto Bertinotti: «Cancellata la storia di questo paese»

Per Fausto Bertinotti la sentenza assolutoria della Cassazione è «un fatto così clamoroso che le ordinarie misure di valutazione di una sentenza, in cui va tenuto conto del rispetto per la magistratura, vanno sospese». «Siamo di fronte a un elemento - spiega il segretario del Prc - che parla, e la cancella, della storia di questo paese, determinando una conclusione definitiva in sede giudiziaria riguardo a un fatto che non costituisce uno dei tanti episodi ma un punto cruciale della strategia della tensione e delle stragi di Stato. Dopo 36 anni la parola fine pronunciata ieri, sancendo il fallimento dell'ipotesi di fare luce sulla verità, da un lato ci sconvolge e dall'altro ripropone per ieri, oggi e domani una questione cruciale: la natura dello Stato e dei suoi apparati». «Suona infine come un sigillo beffardo - conclude Bertinotti - che la parola conclusiva non solo neghi alle vittime la verità ma ne trasforma in colpa, con il pagamento delle spese processuali, per quanto tecnicamente usuale, il ricorso a un'estrema domanda di giustizia». «Una ferita che rimane aperta e che continua a causare sofferenza», è stato il commento di Piero Fassino, mentre Pecoraro Scanio ha parlato di «una sconfitta di tutte le istituzioni e della verità, oltre che una beffa per i familiari delle vittime». Unanimi i difensori delle famiglie delle vittime: «Ora non c'è più niente da fare: il discorso su piazza Fontana è definitivamente chiuso. Rimane l'amarezza per una strage, ufficialmente, senza colpevoli» ha detto l'avvocato Coppi. «I familiari sono nauseati», gli ha fatto eco l'avvocato Sinicato, «avevamo presentato altri riascontri e altri documenti: la Cassazione non li ha voluti leggere». «Potremmo chiamarla cronaca di una ingiustizia annunciata: la decisione su piazza Fontana è il rovesciamento tra vittime e carnefici, i carnefici assolti e le vittime che restano vittime senza il riconoscimento dell'ingiustizia subita»: questo il commento di Mauro Decortes, portavoce del Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa Milano.