mercoledì 4 maggio 2005

le belle tradizioni perdute...
l'Indice dei libri proibiti

Il Gazzettino di Venezia 4.5.05
Si chiamava "Index librorum prohibitorum", ...

Si chiamava "Index librorum prohibitorum", ed è stato abolito appena nel 1966 da Papa Paolo VI. Voluto nel 1515 dai vescovi del 5° Concilio Laterano, l'Indice dei libri proibiti, pubblicato per la prima volta nel 1557 sotto Papa Paolo IV, ha segnato la storia della modernità, recando in sè testimonianza dell'oscurantismo clericale cattolico imperante dal Concilio di Trento ad appena l'altro ieri. Nella sua trentaduesima ed ultima edizione del 1948 conteneva 4000 titoli. Giusto per curiosità vediamo il nome di qualche autore proibito dal catalogo: Rabelais, Montaigne, Cartesio, La Fontaine, Pascal, Montesquieu, Voltaire, Jean-Jacques Rousseau, Diderot, Casanova, de Sade, Madame De Stael, Stendhal, Balzac, Hugo, Flaubert, Dumas, Emile Zola. Tre Nobel: Jean Paul Sartre, Anatole France e André Gide. E persino il Dizionario Universale Larousse.
Basta? Ma no! Proibito leggere Erasmo da Rotterdam, Machiavelli, Milton, Spinoza, John Locke, Daniel Defoe, Johnatan Swift, Laurence Sterne, Emmanuel Kant, Heine, D'Annunzio, Moravia. All'indice persino Benedetto Croce. Fortunatamente non tutti i cattolici si sono adeguati e, almeno per Spinoza, Locke, Kant e Croce, si è chiuso un occhio.
Tutto questo per dire che, altro che Fahrenheit 451, capolavoro fantascientifico ma non troppo di Ray Bradbury, altro che roghi nazisti del passato, anche oggi la sorte dei produttori di idee e di libri continua ad essere a rischio. Non solo la maledizione degli ayatollah iraniani su Salaman Rushdie, ma moltissimi altri casi, un migliaio nel mondo. Così Venezia, città di Paolo Sarpi avrà la prima "Cattedra dei diritti umani dello scrittore". In attesa di avere, sempre in nome della libertà, anche quella del lettore.