mercoledì 4 maggio 2005

certi psicologi...
con scienza e coscienza

Repubblica 4.5.05
La relazione in dodici pagine del 2001 dell'esperto del carcere
per la concessione della semilibertà all'assassino del Circeo
Izzo, la relazione dello psicologo
"Nessun timore, è un uomo nuovo"

PALERMO- Angelo Izzo, il massacratore del Circeo e assassino reo confesso di Maria Carmela e Valentina Maiorano, ottenne permessi premio e successivamente la semilibertà perché riuscì a convincere gli psicologici che lo seguivano che era cambiato, pentito, ed era pronto per tornare in società.
Decisiva, per la valutazione dei giudici, la relazione di un esperto del carcere, nel 2001. Rapporto che si trova fra gli atti esaminati dai giudici di sorveglianza di Palermo che hanno concesso la semilibertà che permetterà a Izzo di tornare a Campobasso.
La relazione siglata dal professionista è composta da dodici pagine dattiloscritte. Queste le conclusioni dello psicologo: "Ritengo che il superiore organo giudicante possa a questo punto prendere in esame senza timore l'ipotesi della concessione di un permesso premio di riapertura a questo detenuto, e ciò non solo per consentirgli di avere nuovamente un approccio con la società libera, ma anche per poter raccogliere sul suo conto ulteriori, e forse ancora più importanti, elementi di valutazione in chiave trattamentale".
Angelo Izzo è riuscito quindi a dare all'esperto una immagine nuova di sé. Tant'è che l'esperto scrive: "Oggi egli chiede, fiducioso, la riammissione al regime dei permessi premiali, consapevole di essere un individuo ormai completamente rinnovato e, in aggiunta, animato da una costruttiva volontà realizzativa pensando al suo futuro. Mi ha detto che avverte con acutezza il bisogno di verificare il rapporto che intrattiene con la sua fidanzata in ambiente extracarcerario ed è suo desiderio tornare ad allacciare i legami con il mondo esterno e in generale con i proprio familiari".
Angelo Izzo consegna allo psicologo una sorta di memoriale, che viene riportato nella relazione conclusiva. Ecco cosa sostiene l'assassino. "In questi ultimi anni credo di essere riuscito a trovare un certo equilibrio e di essere riuscito a chiudere definitivamente con i fantasmi del mio passato. Soprattutto, ho finalmente l'idea della persona che voglio diventare".
Ecco, invece, il commento del professionista alle parole del detenuto, condannato all'ergastolo. "Ho dato con piacere atto a Izzo dell'importanza del suo memoriale ai fini della mia analisi psicologica, come era stato da lui per l'appunto previsto in corso di seduta. Ho posto in rilievo, pertanto, la similarità della condotta da lui tenuta in ambito carcerario per moltissimi anni con quello che, nella vita libera, era stato il suo modo abituale di agire, all'insegna di un delirio paranoide di grandezza, che nel suo caso è andato incontro, con gli anni, e per taluni versi misteriosamente, a una remissione quasi totale".
Nella confessione che Angelo Izzo fa allo psicologo si legge: "Per arrivare a ridimensionare me stesso ci sono voluti molti anni, provato dalla durezza della carcerazione e dall'impietosa criminalizzazione da parte dell'opinione pubblica, ma sostenuto dai miei familiari e da altre persone amiche, sono riuscito comunque a cogliere la bellezza di essere nient'altro che un uomo tra gli altri uomini. Questa presa di coscienza - sostiene l'assassino - mi ha portato a scoprire il sentimento della compassione e quello della solidarietà nel rapporto con gli altri, e anche il vero amore. Amo, infatti, riamato, una ragazza romana che conobbi nel '92 godendo di un permesso premio. Oggi posso dirle che se lei decidesse di lasciarmi mi si spezzerebbe il cuore naturalmente ma continuerei a benedire il cielo per il fatto di averla conosciuta e amata".
Le confessioni di Izzo in tema di solidarietà e di scoperta del vero amore sono decisive, al punto che lo psicologo commenta: "L'ho sentito del tutto sincero, nonché soprendentemente sereno, in questo suo aperto riconoscimento della tardiva acquisizione del senso di umanità e quindi dell'atteggiamento di accoglienza, di amicizia, di comprensione dei bisogni e di mutuo sostegno sul piano delle relazioni interpersonali. Del resto - si continua a leggere - nel caso in cui avessi dubitato della sua autenticità, le sue lacrime, alcune volte proprio non contenute nonostante lo sforzo di autocontrollo da parte sua, sarebbero valse a smentirmi".
Nel corso dei colloqui con lo psicologo di Campobasso quest'ultimo annota: "Mi ha ringraziato affermando che, prima di me, mai uno psicologo carcerario, fra i tanti dai quali egli sarebbe stato seguito in quasi 26 anni di reclusione, anni trascorsi in molteplici istituti di pena, si era mostrato cosi rigoroso e circostanziato".