giovedì 5 maggio 2005

il cervello e la pelle

Repubblica Salute 5.5.05
Il gene che forma cervello e pelle
Prestigiosa scoperta italiana finanziata da Telethon e Airc

SI CHIAMA "ECTO" e nell'embrione appena formatosi svolge le funzioni di interruttore per la formazione di sistema nervoso e pelle. Uno dei misteri della biologia dello sviluppo, che da anni arrovella ricercatori di tutto il mondo, sembra finalmente svelato. Il mistero, fino a oggi irrisolto, era: come fanno alcune cellule di un embrione nei primissimi stadi della sua formazione - le famose cellule staminali embrionali - a diventare cellule del sistema nervoso e della pelle? Grazie a Telethon ed AIRC, ricercatori del Dipartimento di Biotecnologie mediche dell'Università di Padova guidati da Stefano Piccolo hanno trovato chi indirizza tale percorso.
Il gene scoperto si chiama Ectodermina e deve il suo nome alla capacità di indirizzare la maturazione di alcune cellule nell'embrione appena formatosi verso il cosiddetto ectoderma, il tessuto embrionale che darà origine proprio al sistema nervoso e alla pelle. Il risultato è stato pubblicato su "Cell", la più prestigiosa delle riviste scientifiche di biologia. Si tratta infatti di una scoperta molto importante che arriva dalla ricerca di base, le cui ricadute sulla biologia dello sviluppo, sulla biologia delle cellule staminali e del cancro si faranno sentire molto presto. Il gene infatti è acceso anche nelle cellule dell'individuo adulto, dove controlla la crescita e la proliferazione delle cellule.
Il prodotto del gene Ectodermina, battezzato appunto ECTO, è stato scoperto nell'embrione di un rospo, chiamato Xenopus laevis, un modello molto utilizzato in biologia dello sviluppo per la facilità di osservare in diretta quello che succede durante la sua formazione. ECTO è un enzima che funziona come delle forbici molecolari che tagliano a pezzi il loro bersaglio impedendone il funzionamento. I bersagli colpiti da ECTO sono due molecole-segnale ben note ai biologi, chiamate TGF-beta e BMP, che controllano la crescita e la maturazione della cellula embrionale e di quella adulta.
Il risultato ottenuto da Piccolo s'inquadra in un progetto Telethon di studio dei meccanismi alla base dell'atrofia muscolare, fenomeno che caratterizza molti difetti neuromuscolari, tra cui le distrofie.