giovedì 5 maggio 2005

Rita Levi Montalcini

da Tonino Scrimenti

citato al lunedi:

Repubblica 30 aprile 2005
Rita Levi Montalcini
La senatrice a vita: "L'embrione è un ammasso di cellule senza linea cerebrale"
(g.c.)

ROMA — «Eravamo nel vuoto legislativo, quindi bene che sulla fecondazione assistita si sia approvata una legge. Ma queste norme vanno revisionate». Rita Levi MoItalcini alla fine di una giornata intesa (un convegno, il lavoro alla Fondazione, le richieste di intervista) si spende per il comitato referendario. Sostiene i quattro Sì: non solo bisogna andare a votare ma vanno appoggiati i quesiti contro la legge 40. Parte la campagna referendaria con testimonial) d'eccezione: il Nobel e senatrice a vita accanto agli scienziati Dulbecco, Veronesi, Boncinelli,Cossu, Redi, Forabosco, ma anche con personaggi della cultura e dello spettacolo. Sabrina Ferilli ad esempio ha deciso di sottoscrivere i quattro Sì. Anche lei spiegherà le ragioni di una scelta, come hanno fatto Veronesi e Dulbecco. E come spiega la Montalcini.
«Sono d'accordo con il mio amico Renato Dulbecco», esordisce lei. «Dulbecco da genetista illuminato si è pronunciato per i quattro Sì, io da studiosa del sistema nervoso centrale non posso che confermare la giustezza del volo ai quesiti referendari». Entra nel merito della questione cruciale, la sacralità dell'embrione che la Chiesa invoca, per spiegare: «L'embrione è un ammasso di poche cellule privo della linea cerebrale che dà la possibilità di vita umana». Quindi, «non vedo perché non si debbano usare gli embrioni sovrannumerari, congelati e destinati a morte certa, per fare ricerca e sperimentazione sulle cellule staminali embrionali che, è arcinoto a tutti coloro i quali sono appassionati di scienza, sono le migliori perle loro qualità intrinseche». Questo non significa creare embrioni a carattere di sperimentazione, bensì occorre restare nell'ambito della terapia e della cura. Non solo. Sulla fecondazione eterologa: «E assurdo vietarla; non ne capisco le ragioni».
Gli scienziati hanno dato vita nei giorni scorsi al documento "Ricerca e salute" . Cinque i motivi con cui sono scesi in campo: la tutela della salute, innanzitutto, poiché la legge, limitando a tre il numero di ovociti che si possono fecondare e vietando il congelamento degli embrioni, aumenta i rischi perla salute della donna e diminuisce le probabilità di successo. Punto secondo: vietando la donazione dei gameti si impedisce a molte coppie sterili di avere figli, anche quando uno dei due partner potrebbe essere donatore biologico. Terzo: la legge proibisce la diagnosi preimpianto nei casi di coppie a rischio per malattie genetiche, anche quando le probabilità di far nascere un bimbo affetto da una grave malattia sono altissime. Paradossalmente le stesse coppie potranno poi ricorrere all'aborto terapeutico. Inoltre, attribuendo al concepito gli stessi diritti delle persone già nate, la legge preclude qualsiasi ricerca scientifica anche sugli embrioni che andranno persi. «La legge sulla fecondazione assistita vanifica la grande speranza di ridurre drasticamente il tragico peso umano e sociale di 30 mila bambini che ogni anno nascono in Italia con gravi malformazioni», ha ribadito nei giorni scorsi Veronesi.
E Giovanni Berlinguer, Ds, presidente onorario del Comitato nazionale di bioetica: «Sotto-scrivo al 100 per cento quanto detto dalla Montalcini».