venerdì 13 maggio 2005

il tempo

La Stampa TuttoScienze 11 Maggio 2005
MENTRE A TRENTO SI PREPARA UNA MOSTRA SUGLI OROLOGI
Tre i tipi di tempo
Come accordarli?

FISICA, BIOLOGIA E PSICOLOGIA NE DANNO VERSIONI
DIVERSE E ORA UN LIBRO CERCA DI METTERE ORDINE
Rosalba Miceli

SI può essere più o meno consapevoli di qualcosa anche senza comprenderne appieno il significato. Così è per il fluire del tempo, dentro e fuori di noi. La coscienza del tempo presenta grandi differenze di percezione tra individuo e individuo, al punto che due persone con orientamenti temporali molto diversi aranno difficoltà a collaborare insieme ad un progetto o a tenere in piedi un matrimonio, perché saranno sempre sfasati l'uno con l'altro. Ma uno stesso individuo può sperimentare, in alcuni momenti, la sensazione che il tempo scorra troppo rapidamente o, viceversa, non passi mai. In genere l'informazione temporale viene elaborata attraverso un raffronto automatico tra il nostro orologio mentale e il tempo ufficiale dei segnatempo fisici e culturali. E'verosimile che l'orologio cognitivo rallenti quando siamo impegnati in attività che ci procurano un piacere intenso o richiedono maggiore attenzione, allora si può avvertire una sorta di accelerazione del tempo convenzionale. La navigazione in Internet illustra bene questo effetto: l'aumentato carico di attenzione fa sì che la durata reale del collegamento venga sottostimata, mentre quei pochi secondi necessari alla connessione o al download di un file sembrano interminabili.
Esistono dunque modi conflittuali di rappresentare il tempo: un tempo "interno", proprio di ciascun essere umano, e un tempo "esterno" scandito dagli orologi e definito dalla fisica come una successione di istanti tutti uguali, senza particolari qualità o proprietà. Quest'ultimo dipende, ma solo su larga scala, dalla presenza di masse gravitazionali o dalle relative velocità di movimento degli osservatori, trascurabili nell'esperienza quotidiana. Il fluire del tempo è, in definitiva, un'illusione? Ma come spiegare la consapevolezza del suo scorrere che cambia, nel corso dell'esistenza, via via che approfondiamo la conoscenza della vita e del mondo? E dove nascono il senso di irreversibilità e il legame di causalità che segna le azioni dell'individuo?
Cerca di rispondere a queste domande il saggio «L'idea del tempo», di Margherita Hack, Pippo Battaglia e Rosolino Buccheri (Utet Libreria, 256 pagine, 18 euro), che sarà presentato venerdì a Palermo (Fondazione Banco di Sicilia Villa San Zito) da Piero Angela e Edoardo Boncinelli. Una lettura stimolante proprio perché affronta il problema da diversi punti di vista.
L'esigenza di scandire i ritmi dell'esistenza è anche il tema della mostra "La misura del tempo" che si aprirà a Trento, Palazzo del Buon Consiglio, il 25 giugno e rimarrà aperta fino al 6 novembre. Sarà la più grande esposizione realizzata in Italia nell'ultimo ventennio dedicata alla storia dell'orologeria italiana dal XV al XVIII secolo, con 300 esemplari preziosi provenienti da collezioni pubbliche e private, italiane e europee, dipinti e documenti. Pezzo forte è l'orologio astronomico "Borghesi" costruito dal maestro trentino Bartolomeo Antonio Bertolla, donato all'imperatrice Maria Teresa d'Austria e conservato al Museum of History and Techonology-Smithsonian Institution di Washington. L'itinerario parte dagli "svegliatori" usati nei monasteri per la preghiera e si snoda tra astrolabi, orologi solari, a cremagliera, a piano inclinato, da carrozza, notturni. Questi ultimi nacquero perché il papa Alessandro VII Chigi, che soffriva d'insonnia, commissionò un orologio muto, leggibile anche di notte. Come ci dicono la Hack, Buccheri e Battaglia, tutti, in un modo o nell'altro, devono fare i conti con il tempo. Si può eluderlo, forse negarlo, ma sfuggirgli (almeno fino ad ora), mai.