giovedì 12 maggio 2005

Massimo Ammaniti...

La Repubblica Salute 12.5.05
Gli effetti dell'inconscio su bimbi e adulti
Dal convegno su "Implicito ed esplicito nella psicoterapia" interessanti sviluppi e prospettive

di Massimo Ammaniti
Ordinario di Psicopatologia dell'Età evolutiva, Univ. La Sapienza Roma

Si è tenuto nei giorni scorsi a Siracusa un Congresso su "L'esplicito e l'implicito in psicoterapia" organizzato dalla FIAP, ossia dalla Federazione Italiana delle Scuole di Psicoterapia. Si è trattato di un Congresso insolito e stimolante perché ha evitato di riproporre il solito confronto a distanza fra scuole ed indirizzi psicoterapici diversi, in cui gli psicoanalisti riaffermano la propria primogenitura e il proprio primato teorico e allo stesso tempo i terapisti familiari oppure i cognitivisti o i gestaltisti cercano di sostenere il carattere innovativo del proprio orientamento e del proprio intervento terapeutico.
Il merito di questa impostazione va dato al Presidente della FIAP Spagnuolo Lobb che non ha ricalcato strade già conosciute, ma ha posto al centro del Congresso il tema della conoscenza esplicita ed implicita in psicoterapia, sicuramente influenzata dal lavoro più recente dello psicoanalista e ricercatore americano Daniel Stern. Proprio durante il Congresso è stata presentata la versione italiana di Daniel Stern "Il momento presente in psicoterapia e nella vita quotidiana" pubblicato dall'Editore Cortina, in cui è presentato il lavoro del gruppo di Boston a cui hanno partecipato oltre a Stern psicoanalisti, psicoterapeuti e ricercatori.
La prospettiva sulla conoscenza e sulla memoria esplicita ed implicita non scaturisce dal lavoro clinico quanto piuttosto dalla più recente ricerca in campo cognitivo, neuropsicologico e neurobiologico e rappresenta un'occasione importante per rileggere i modelli clinici adottati in psicoterapia.
Se la conoscenza esplicita ha un carattere simbolico e può essere espressa e comunicata col linguaggio con un alto grado di consapevolezza, la conoscenza implicita ha un carattere non simbolico, e più globale con un procedimento parallelo che riguarda fondamentalmente la dimensione somativa, emotiva e comportamentale senza una consapevolezza elaborata. Per spiegare meglio queste due forme di conoscenza utilizzate anche negli scambi con gli altri, la conoscenza esplicita ha a che fare con la comunicazione verbale o narrativa mentre quella implicita riguarda la comunicazione immediata fatta di sguardi reciproci, espressioni mimiche, posture corporee, che ci trasmettono molte informazioni sull'altra persona, il suo stato d'animo e le sue emozioni.
E allora qual è il rapporto fra conoscenza implicita e il mondo inconscio della psicoanalisi? Come ha messo in luce Stern nel Congresso l'area dell'implicito è diversa dalla dimensione interpretativa e linguistica che ha costituito il terreno privilegiato dell'intervento psicoanalitico nei primi decenni. Ma è anche diverso dal mondo inconscio, che è stato esplorato dalla psicoanalisi, in particolare nei sogni. Si tratta di processi psichici non razionali ma con le proprie regole, quello inconscio come si evidenzia nei sogni non è basato sul principio di contraddizione, per cui può succedere di sognare una persona che ha il volto di un'altra.
La conoscenza implicita comincia ad emergere fin dai primi mesi di vita ed è sostenuta dall'emisfero cerebrale destro, mentre la conoscenza esplicita tende a comparire con la nascita del linguaggio e con la maturazione dell'emisfero cerebrale sinistro, permanendo entrambe nelle fasi successive della vita.
Le implicazioni per gli psicoterapeuti sono molte e il Congresso ha aperto una strada che si dimostrerà molto fruttuosa per la psicoterapia.
Ma non si è parlato solo di mente e di processi psichici, anche il cervello ha fatto la sua comparsa attraverso la riaffermazione della continua interazione mente-cervello. E a questo proposito sono state proiettate delle immagini eccezionali del cervello, attraverso le tecniche di "neuroimaging", che dimostrano che la psicoterapia non solo modifica i sintomi psicopatologici e le modalità relazionali ma anche gli stessi circuiti cerebrali, dimostrando ancora una volta di più che il cervello e le sinapsi cerebrali sono molto sensibili alle influenze ambientali. Se ancora qualcuno è scettico sull'efficacia delle psicoterapie, queste ricerche recenti costituiscono una risposta che dovrebbe essere più ampiamente consciuta.