venerdì 27 maggio 2005

ritardo mentale e qualità della vita

ANSA Venerdì 27 Maggio 2005, 16:21
SANITA': RITARDO MENTALE, ORA SI PUNTA SULLA QUALITÀ DELLA VITA

(ANSA) - ROMA, 27 MAG - Riabilitazione per il ritardo mentale: si cambia. Niente piu' accanimento per raggiungere standard fisici un tempo ritenuti irrinunciabili. Oggi l'approccio specialistico piu' all'avanguardia punta sulla qualita' di vita e su obiettivi concordati con le famiglie, che diano una soddisfazione duratura e assicurino uno sforzo predefinito e mirato.
A proporre il nuovo trattamento, centrato sul raggiungimento dell'obiettivo 'qualita' di vita', sono gli esperti dell'Istituto Ricerca e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) San Raffaele di Roma che oggi, in collaborazione con la Societa' Italiana per lo studio del Ritardo Mentale (Sirm), ha organizzato un seminario sul tema.
''Di qualita' di vita se ne parla quotidianamente - dice Giorgio Albertini, che all'Irccs dirige il Centro per lo Sviluppo Infantile - ma nessuno osa definirla. Mentre la definizione della qualita' di vita e' per noi un punto di partenza fondamentale''. Secondo il nuovo approccio su cui si basa la riabilitazione delle persone colpite da ritardo mentale (in prevalenza, persone colpite dalla sindrome di Down o altre malattie genetiche che portano a disabilita' mentale), il parametro per definire la qualita' di vita si basa sul rapporto tra cio' a cui soggettivamente diamo importanza e il grado di soddisfazione relativo. ''In questo modo si tiene conto di criteri oggettivi (funzionali, ossia fisici) e soggettivi (di aspettative personali, interazione sociale) - spiega Albertini - e si riesce soprattutto a mettere a fuoco, insieme ai familiari, gli obiettivi raggiungibili a cui tendere''. Si tratta di una sorta di rivoluziona copernicana sul trattamento del ritardo mentale. ''Mentre in passato la riabilitazione era intesa come recupero delle funzioni (linguaggio, deambulazione, etc.) - aggiunge Albertini - oggi l'obiettivo e' pianificare un futuro e su questa base orientare un progetto tagliato su misura del singolo. Non ha senso un programma intenso di riabilitazione funzionale, se poi l'inserimento sociale non viene facilitato in alcun modo''.
Si tratta di un'ulteriore conferma, piu' in generale e se mai fosse necessaria, di un nuovo approccio della medicina verso la persona a 360 gradi: ''prima la medicina non si interessava ai contesti - sottolinea Albertini - oggi, invece, si tratta di una questione cruciale''.
Uno dei problemi delle famiglie che si trovano ad affrontare il ritardo mentale e' proprio la mancata integrazione sociale. ''In genere il passaggio piu' complicato - spiega Albertini - arriva con il termine del percorso scolastico, che garantisce in qualche modo, a chi soffre di un ritardo mentale, questa interazione essenziale. A 18 anni - continua l'esperto - ci sono giovani che magari hanno raggiunto ottimi risultati dal punto di vista funzionale, ma che si ritrovano per esempio tutto il giorno davanti a un televisore''. Questo quindi si vuole evitare con il metodo a cui l'Irccs fa da apripista, e ideato da Anton Dosen, psichiatra olandese, presente oggi al seminario romano, che e' il fondatore dell'associazione europea Salute Mentale nel Ritardo Mentale, un'organizzazione interdisciplinare che raccoglie medici, terapisti, pedagogisti, psicologici, e che propone questo nuovo approccio. Dell'iniziativa italiana fa parte la Societa' Qualita' di Vita.
Il centro romano, che rappresenta uno dei maggiori sul fronte delle riabilitazioni (da quella neuromotoria a quella respiratoria, linguistica, otorino-laringoiatrica, etc.), si propone anche come punto di riferimento per le famiglie che desiderano avere informazioni piu' dettagliate su specialisti e personale formato secondo l'innovativo approccio, ma anche come luogo, per i genitori, in cui trovare supporto.(ANSA).