Corriere della Sera 9.9.03
Stefano Accorsi, giurato a Venezia: nei verdetti vince la maggioranza
«Basta accuse, ho lottato per Bellocchio»
di Maurizio Porro
Lo scorso sabato sera finisce la 60ma Mostra del cinema: vince un film russo, Il ritorno ; a Bellocchio, il favorito italiano, va un premio minore che ritira per lui Luigi Lo Cascio. Monicelli, presidente della giuria, e Stefano Accorsi, che ne fa parte, vengono accusati di non aver difeso il nostro cinema: il regista risponde che gli stranieri certi nostri film non li capiscono proprio. Ora parla Accorsi: che è successo veramente? «Prima una premessa: mi sembra tutto esagerato, specie perché chi parla spesso non conosce i film in questione. Polemiche sul nulla che non è nella mia natura alimentare». E poi?
«Quello che abbiamo sempre detto e ritengo offensivo non venga creduto: abbiamo lottato fino in fondo per sostenere Buongiorno, notte , secondo regole democratiche».
Con magri risultati.
«Non era possibile ottenere di più. Il Leone d’oro è stato escluso da subito: è vero che gli stranieri non capivano granché della storia. Nei verdetti vince la maggioranza e la si rispetta, anche se capisco che le aspettative deluse fanno male».
Non c’era solo Bellocchio al Lido...
«Sugli altri film non si è impostato il dibattito. Chi alimenta queste polemiche povere, basate sulla dietrologia, fa male al nostro cinema».
Insomma l’avete difeso.
«Attenzione: non si difende il cinema italiano solo perché è italiano, cosa che sarebbe davvero provinciale, ma i film in cui si crede».
In Bellocchio credevate?
«Certo che sì, mi sembra un film importante sia nella forma sia nella sostanza. Ma le regole sono regole, io difendo l’operato della giuria internazionale, in un festival internazionale».
La Rai dice che così non verrà più.
«Chi va a un festival corre dei rischi. Ma ci pensi: che interesse avremmo avuto Monicelli ed io ad affossare il nostro cinema, quello in cui lavoriamo, in cui crediamo? Mi fa molto piacere che il film di Bellocchio vada bene nelle sale. Del resto il mio prossimo film diretto da Michele Placido è coprodotto dalla Rai».
E’ vero che il nostro cinema è provinciale?
«E’ vero che il film di Bellocchio è risultato troppo italiano, oscuro agli stranieri. Ma non credo che oggi facciamo film provinciali, forse una volta: basta vedere il successo che hanno all’estero registi come Ozpetek, Giordana, Crialese, Muccino, Garrone».
Dicono che lei doveva fare la parte di Lo Cascio nel film di Bellocchio .
«Non è vero. Ero stato contattato ma per un altro ruolo e alla fine non abbiamo combinato. Succede: ma mai e poi mai questo avrebbe influito comunque sul mio giudizio».
I rapporti col presidente Monicelli?
«Mario è una persona che dice sempre quello che pensa: non ci si rende conto che tesoro sia un uomo libero. Dire una bugia è facile, non si nega a nessuno, non ci avrebbe richiesto proprio alcuna fatica».
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»