La Repubblica, ediz. di Bari 9.9.03
A Bari record di spettatori per "Buongiorno, notte". "La storia si impara anche così"
I giovani scoprono Moro. Al cinema
"Per molti di noi era un comunista ucciso dalla mafia"
In tanti ignoravano la figura dello statista ucciso dalle Br venticinque anni fa
"Il problema è che nessuno si preoccupa di raccontarci l´Italia del Novecento"
ALDO MORO CHI? ASSUNTA SIMONI - domanda d´iscrizione a Giurisprudenza tra le mani - ha 18 anni ed è una delle tante. Una delle tante che quel 9 maggio 1978, esattamente 25 anni fa, ancora non c´era. «Ne ho sentito parlare, ma a scuola siamo arrivati alla Seconda guerra mondiale. Era importante?». In questo week end di programmazione barese, Buongiorno, notte, il bel film di Marco Bellocchio sul caso Moro, è stato un grande successo di pubblico. Sale piene, soprattutto di giovani. Quelli che come Assunta non c´erano e che oggi sono curiosi di sapere. Nel chiacchiericcio post proiezione, tra facce interrogative e provate, unico il giudizio («bello») e tante le domande: «Ma i brigatisti sono ancora in carcere?». «Li hanno uccisi?». «Ma chi erano quelli che facevano vedere in tivù?» (il riferimento era alle immagini dei telegiornali montate da Bellocchio nel film).
Sorprende, e deve fare pensare, come per scoperchiare un doloroso coperchio d´ignoranza storica ci sia voluto un film, una sceneggiatura, il verosimile mischiato alla storia. E impressiona la bella risposta dei giovani in una città come Bari, dove la figura di Moro dovrebbe essere di casa e invece continua a essere un oggetto sconosciuto. «Effettivamente sappiamo molto poco di Moro e delle Brigate rosse», spiega Stefania Filannino, studentessa di lettere, «perché quel momento storico vive in un pericoloso limbo temporale: è troppo recente per essere considerato storia dai libri, ma troppo antico per essere cronaca dai giornali». Il risultato è l´ignoranza: «Prima di venire al cinema», racconta Ornella, 20 anni, «nessuno ci aveva mai raccontato del clima di quegli anni, del dibattito politico, della trattativa. Siamo ignoranti».
La prova viene da un viaggio nelle strade della città, tra bar, negozi e università, dal quale riflette un quadro preoccupante. Un´ignoranza quasi grottesca. Su 50 intervistati, tutti under 25, alla domanda «Chi era Aldo Moro?» ecco le risposte che abbiamo raccolto. Un politico tutti (tre «non so»). Democristiano per la maggior parte (30). Comunista per qualcuno (15). Fascista per Gabriella e Giovanna, compagne di facoltà a Scienze dell´educazione. Moro è stato ucciso (47): dalle Brigate rosse (31), ma anche dai comunisti (10), dai fascisti (3) e secondo due giovani liceali persino dai russi. Moro era romano (25); pardon, milanese (110) o forse siciliano (5). «Sì, siciliano: è stato ucciso dalla mafia», rassicura Vanessa, diploma da ragioniera in tasca. Soltanto per sette persone Moro era pugliese. Un "bravo" a Riccardo, capelli rasta e berretto giamaicano, il quale ricorda addirittura che «era di Maglie. Proprio come Fitto». Su una cosa, però, sono tutti d´accordo: è stato un martire.
«Il problema», spiega con lucidità Sergio Adamo, rappresentante degli studenti alla facoltà di Giurisprudenza, «è che nessuno si sforza di spiegarci il perché sia stato un eroe. Nessun corso monografico all´università, soltanto noiosi convegni e pubblicazioni per pochi intimi. Noi vogliamo sapere. E abbiamo il diritto che qualcuno ce lo racconti».
(g.fosch.)
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
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