giovedì 22 gennaio 2004

infibulazione
citato al Mercoledì

La Repubblica 21.1.04
Un progetto per salvare il rito senza causare mutilazioni scatena la polemica. L' associazione Aidos attacca la Regione Toscana
La via italiana all' infibulazione

Firenze, un ospedale pubblico chiede il via libera per un' alternativa soft Una piccola puntura di spillo per salvare un rituale. 'Danno minore ma non basta'
di MICHELE BOCCI


FIRENZE - «La Toscana potrebbe essere la prima regione europea a praticare le mutilazioni genitali femminili nelle sue strutture». Una delle associazioni di donne maggiormente impegnate in Africa per prevenire infibulazione e pratiche simili, Aidos, parte all' attacco di una delle Regioni più attente ai problemi dell' immigrazione. L' accusa è pesante e nasce da un progetto che pur essendo ancora solo sulla carta ha già innescato in Toscana un ampio e sentito dibattito, coinvolgendo giuristi, medici legali, ordine dei medici e comitati di bioetica della Regione e delle Asl. A stendere il piano che ha scandalizzato l' Aidos è stato il "Centro per la prevenzione e cura delle mutilazioni genitali femminili" dell' ospedale Careggi, il primo in Europa, questa volta davvero, a rimediare chirurgicamente ai terribili danni provocati dall' infibulazione e da altre mutilazioni genitali. «Abbiamo proposto di fare una piccola puntura di spillo sul clitoride delle bambine - spiega il ginecologo somalo che dirige il centro, Omar Abdulkadir - Dopo aver spalmato una pomata anestetica, si fa uscire una goccia di sangue: il rituale è salvo ma senza dolore e danni. La piccola può tornare a casa a festeggiare questa sorta di battesimo». Per appoggiare la proposta hanno preso carta e penna i rappresentanti delle comunità di immigrati di dieci paesi africani. «Dirsi contrari all' infibulazione non basta - scrivono - Mentre alcuni di noi hanno capito che questa pratica è inutile, crudele e non prescritta dalla religione, altri sono ancora troppo legati alla loro cultura e non accettano il significato negativo che viene dato a quello che per loro è il massimo bene per le figlie». La proposta del rito alternativo, su cui a novembre il comitato etico della Asl di Firenze ha espresso un' apertura, e la lettera delle comunità sono arrivate all' assessore alla salute Enrico Rossi, che ha posto la questione all' ordine dei medici e alla commissione regionale di bioetica. «Il loro parere è fondamentale ma dobbiamo coinvolgere anche le donne immigrate, per la nostra decisione c' è tempo - spiega l' assessore - Si tratta di una questione delicata su cui è giusto confrontarsi senza pregiudizi, discutere ascoltando tutti i pareri». E le discussioni non mancano. Da una parte chi non vuole concedere al principio che sta alla base delle mutilazioni uno sconto, nemmeno se si tratta fare di un rito alternativo non dannoso. Dall' altra chi si batte per il male minore, per la cosiddetta riduzione del danno. «Se chi ci attacca vedesse come noi 500 donne mutilate all' anno - dice Abdulkadir - capirebbe che il rito alternativo è la strada da percorrere. Se salveremo anche una sola bimba avremo vinto». Ribatte Cristiana Scoppa dell' Aidos: «La pratica che propongono è diversa dalle mutilazioni ma introducendola si legittima comunque una manipolazione dei genitali. In Africa lavoriamo da decenni per aumentare la consapevolezza delle comunità raggiungendo ottimi risultati, è la strada de seguire anche qui da noi». A marzo il comitato regionale di bioetica darà il suo parere all' assessore. Se sarà positivo spetterà a lui decidere se introdurre, per la prima volta nel mondo, il nuovo rito. «La questione è complessa perché la puntura è così poco invasiva da non essere un intervento sanitario - spiega il presidente del comitato Mauro Barni, medico legale, già rettore dell' università e sindaco a Siena - Intanto abbiamo chiarito che l' alternativa prospettata non è illegale. Dal punto di vista etico ogni componente del comitato si esprimerà secondo la sua coscienza. Per me e altri non sarebbe corretto accettare dei surrogati di una ritualità incivile».

la campagna "Stop Fgm" è l' ultima iniziativa di sensibilizzazione. Cofinanziata dalla Ue, terminerà nel marzo prossimo le vittime Secondo l' Oms 130 milioni di donne hanno subito mutilazioni Ogni anno 2 milioni sono a rischio i paesi Le mutilazioni si praticano in 28 stati africani: l' Egitto e quelli compresi tra il Sahara e l' Africa australe cosa sono Con le mutilazioni genitali si asportano clitoride e piccole labbra, l' infibulazione consiste nella sutura delle grandi labbra